Continua il confronto serrato tra il Governo ed il partenariato economico e sociale per l’introduzione nel Piano del capitolo REPowerEU. L’obiettivo – dopo che l’esecutivo ha ammesso le difficoltà – è uno ed acclarato: salvare il PNRR. È per questo motivo che per giovedì 20 aprile, a partire dalle ore 14, il governo ha convocato le parti datoriali ed i sindacati per mettere in piedi specifiche sessioni di cabina di regia del PNRR. Trattasi di un organo di indirizzo politico che coordina e dà impulso all’attuazione del Piano. A presiedere i lavori sarà il Ministro per gli Affari Europei ed il PNRR, Raffaele Fitto. Così Palazzo Chigi in una nota:

Il confronto sull’iniziativa RePowerEU, come noto è stato avviato dal Governo a partire dal 6 febbraio di quest’anno con la seduta della Cabina di Regia PNRR presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, alla quale hanno preso parte il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il Ministro delle Imprese e del made in Italy, il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ed il Ministro dell’Economia e delle finanze, insieme alle principali società energetiche partecipate dallo Stato. Nella stessa seduta, la Cabina di Regia PNRR ha istituito un apposito gruppo tecnico interministeriale per l’istruttoria relativa alle proposte di investimento e di riforme da inserire nel capitolo REPowerEU.

Il confronto avviato dal governo è proseguito il 7 marzo con il vertice con le regioni e, poi, il 28 marzo con la convocazione della cabina di regia che ha riunito tutti i ministri competenti. La convocazione del 20 aprile è, evidentemente, utile a consentire l’avanzamento dello stato dell’arte.

Cabina di regia PNRR: le proposte di Palazzo Chigi

Nella nota diffusa da Palazzo Chigi vengono mesi in evidenza tre obiettivi agganciati ad altrettanti asset strategici: 1) contrasto alla povertà energetica, attraverso aiuti alle famiglie vulnerabili e investimenti per la riqualificazione energetica dell’edilizia residenziale pubblica; 2) sostegno agli investimenti produttivi nelle filiere verdi per la produzione di energie rinnovabili e per il miglioramento della prestazione energetica e la decarbonizzazione dei processi produttivi, anche in considerazione delle nuove regole in materia di aiuti di Stato; 3) investimenti in infrastrutture e impianti energetici al fine di incrementare la sicurezza e la diversificazione dell’approvvigionamento.

Gli occhi dell’Europa

La sfida è cruciale. Sia perché è impattante sulle nostre vite, dato che nel PNRR ci sono risorse utili a rilanciare il Paese sotto innumerevoli punti di vista (sanità, infrastrutture, scuola, ricerca, tecnologia) ma anche perché sarà un banco di prova probante per il governo Meloni che ha, addosso, gli occhi di Bruxelles. Il PNRR, per come è nato e per come è costruito, è una sfida comunitaria e collettiva. Lo sa bene il Commissario Europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che non manca di spronare l’esecutivo a fare di più. È tornato a farlo con queste parole: “È una sfida fondamentale – scrive l’AGI – e richiede che accanto alla prudenza della politica di bilancio si lavori alla crescita, all’investimento, e questo per l’Italia in particolare vuol dire Pnrr principalmente”. Il governo, dal canto suo, promette lavoro sodo e dedizione. La costituzione di una cabina di regia, e la convocazione a Palazzo Chigi delle parti datoriali e sindacali, va proprio in questa direzione.