La variante Arturo del Covid: l’intervista al professor Massimo Ciccozzi. A più di tre anni dall’inizio della pandemia la nuova variante ha fatto parlare di sé. Abbiamo parlato con il professor Massimo Ciccozzi in merito alla mutazione del coronavirus.
Variante Arturo: l’intervista a Massimo Ciccozzi
La variante Arturo ha fatto notizia in tutta Italia. Con la scoperta della nuova mutazione del Covid sono diverse le domande delle persone. A tre anni dall’inizio della pandemia c’è ancora un po’ di paura per il coronavirus. Ecco l’intervista al professor Massimo Ciccozzi del Campus biomedico in merito alla variante Arturo.
Quanto è pericolosa la nuova variante?
Non lo sappiamo con certezza ma dalle mutazioni che abbiamo trovato in un primo studio ha la contagiosità delle altre sottovarianti e non è più contagiosa. Ha delle mutazioni di differenza ma ce ne sono alcune che sembrano farla discendere dalla variante Kraken, tutto ci fa pensare che trasmissibilità e patogenicità sia più o meno quella di Kraken. Sulla diffusione in India purtroppo è normale che abbia provocato disagi, parliamo di un Paese con scarsa vaccinazione, dove c’è un problema di scarsa igiene e diversi fattori che la rendono molto diffusa lì. Bisognerebbe vedere se cresce anche in altri Stati, in Italia c’è un caso a Pavia ma il 60% dei casi è in India. Il problema per ora è indiano ma è anche vero che il virus non conosce confini soprattutto in ambito di globalizzazione dobbiamo pensare che possa arrivare anche a noi. Non desta preoccupazione ma andrà tenuta sotto controllo come tutte le varianti, ricordiamo che ce ne sono state tantissime da inizio pandemia: 500\600. Aspettiamo quando la variante farà il picco e quando comincerà a scendere.
Quindi va tenuta sotto controllo?
Certamente ma senza troppe preoccupazioni. E’ un po’ come la storia della congiuntivite osservata nei bambini: bisogna sempre capire dove viene osservata. Se venisse osservata nei bambini in India dovremmo tenere in considerazione che vivono in situazione di scarso igiene, basta un fazzoletto infetto per passare la congiuntivite a un altro soggetto. Se parliamo dell’Italia la congiuntivite colpisce i bambini specialmente nello stato di allergia e la prima cosa che viene è gli occhi rossi, in India magari per la minore igiene ne hanno di più. Non c’è quindi un dato scientifico che dice che il nuovo sintomo della nuova variante è la congiuntivite. Un sintomo nuovo per riconoscere il Covid non basta, l’unica certezza che abbiamo sulla sintomatologia è la febbricola e la stanchezza che ci portano a fare un tampone e capire se si tratta di Covid o meno.
I vaccini sono efficaci
Sì, per ora sembra di sì. Abbiamo questa bella cosa che si chiama linfociti della memoria che avendo lunga memoria ci possono difendere per tanto tempo fatte le tre dosi. La terza dose booster è quella che li attiva maggiormente mentre gli anticorpi circolanti dopo un periodo cominciano scendere .
Socialmente siamo fuori dalla pandemia, l’Oms quando potrebbe dire lo stesso?
L’Oms dice che entro fine anno dichiarerà la fine dello stato d’emergenza, negli Usa invece Biden dovrebbe farlo a fine maggio. Ma l’Organizzazione mondiale della sanità potrebbe anche “anticiparsi”: se i dati sono questi che stiamo osservando a livello di sintomi che sono blandi e se pensiamo che l’influenza ha fatto più male rispetto al Covid almeno in Italia, forse l’Oms potrebbe anticiparsi.
Come è possibile distinguere l’Arturo dall’influenza?
Assolutamente sì. L’influenza da sintomi molto più importanti quest’anno, erano tre anni che non la vedeva e probabilmente il nostro sistema immunitario era meno allenato e quindi dà febbre più alta e dolori muscolari maggiori rispetto alla blanda sintomatologia di Omicron e le sue sottovarianti. Si riconosce da una febbre più alta (39 rispetto ai 37.2) anche se chi ha un sistema immunitario compromesso il Covid può dare una febbre più alta, si tratta di casi più limitati quindi si riconosce ancora più facilmente. La curva influenzale è in decremento ma è lento rispetto ai decrementi pre-Covid probabilmente è dovuto al fatto che abbiamo indossato le mascherine.
A tre anni dal Covid la sanità è riuscita ad adeguarsi?
Il governo sta lavorando sicuramente sulla riforma sanitaria. C’è da lavorare su prevenzione e liste d’attesa, vediamo cosa succederà. Ho buone speranze
Cosa pensa della recente discussione contro i vaccini?
Io non capisco perché svalutare il ruolo del vaccino: ha salvato diverse vite e questo è innegabile. Io sono stato sempre una di quelle persone che non ha mai gradito l’obbligo vaccinale, ho sempre posto il virgolettato sulla scienza. I vaccini hanno anticipato la pressione selettiva che ha portato il virus a un adattamento all’uomo in qualità di nuovo ospite. Per quanto riguarda ciò che secondo alcune persone il vaccino ha provocato a distanza di mesi o di un anno io non vedo ancora prove scientifiche valide su patologie serie. Esiste sicuramente un long covid, una situazione post-covid che ha impensierito alcune persone in termini psicologici, di affaticamenti muscolari. Per un mese e non di più ho notato la nebbia cognitiva, una perdita di memoria a breve termine. Quando usciranno lavori sui danni da vaccino ne riparleremo, per ora la scienza non ha dati scientifici importanti a riguardo.