Non ce l’ha fatta. Nizar Issaoui, il calciatore che si era dato fuoco per protesta in Tunisia, è morto a causa delle ustioni. A darne la notizia è stato il fratello.

Issaoui si era dato fuoco martedì 11 aprile davanti una stazione di polizia per protestare contro lo “stato di polizia” che governa nel Paese. Il calciatore professionista aveva riportato gravi ustioni di terzo grado, dopo il rogo nel villaggio di Haffouz, nella regione centrale di Kairouan. Il calciatore è morto all’ospedale di Kairouan il 13 aprile “sarà sepolto” il venerdì 14.

Il suo gesto estremo di protesta ha ricordato quello del venditore ambulante Mohamed Bouazizi, che si diede fuoco il 17 dicembre 2010 scatenando la rivoluzione che è stata l’innesco delle rivolte della primavera araba che hanno rovesciato i regimi autoritari in Medio Oriente. La notizia della morte di Issaoui ha scatenato le proteste per le strade di Haffouz giovedì sera, secondo quanto riferito dai media tunisini. Giovani manifestanti hanno lanciato pietre contro la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni.

Morto Nizar Issaoui, chi era il calciatore

Nizar Aissaoui è un calciatore di 35 anni che ha indossato diverse casacche locali, non molto conosciuto al di fuori dei confini della Tunisia. Classe 1987, ha giocato per l’Union Sportif de Monastir, El Gaouefel di Gafsa, Jeridet Tozeur e l’ Espoir Sportif di Haffouz.