Il caso Orlandi continua a far discutere. Le recenti dichiarazioni del fratello di Emanuela Orlandi (svanita nel nulla il 22 giugno 1983) hanno sollevato una raffica di polemiche in questi ultimi giorni. Il cardinale Stanislao Dziwisz, in particolare, ha attaccato Orlandi per aver diffuso “ignobili insinuazioni” sul conto di Papa Wojtyla. L’avvocato di Pietro ha preso le parti del suo assistito affermando che il signor Orlando non voleva accusare nessuno. 

Caso Orlandi, l’avvocato lo difende: “Chiede solo la ricerca della verità”

La polemica è scoppiata dopo la partecipazione di Orlandi a un programma tv. Il legale Laura Sgrò ha difeso con queste parole la posizione di Pietro Orlandi: 

Il signor Orlandi non ha inteso formulare accuse nei confronti di alcuna persona, lo ha ribadito al Promotore, lo ha anche scritto in una memoria che ha depositato durante la sua deposizione. Egli ha chiesto solo che la ricerca della verità non abbia condizionamenti. Spiace che alcune persone abbiano estrapolato qualche frase manipolando il quadro complessivo delle sue dichiarazioni. 

Ricordando l’incontro, avvenuto l’11 aprile scorso, tra Pietro e il Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi in Vaticano, l’avvocato ci tiene a precisare:

Orlandi ha accolto con sentimenti positivi la volontà del Santo Padre di avere dato al Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, massima libertà di azione per indagare ad ampio raggio, senza condizionamenti di sorta e con il fermo invito a non tacere nulla sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. La ricerca della verità è un atto di coraggio e il Santo Padre ha manifestato di voler percorrere con forza questa strada. 

E ha concluso:

L’augurio è che questo atto straordinario, ma doveroso, non appartenga solo a Sua Santità”.

Il cardinale Stanislao Dziwisz difende Papa Wojtilia

L’arcivescovo di Cracovia Stanislao Dziwisz, storico segretario di Giovanni Paolo II, durante un programma televisivo ha parlato di “ignobili insinuazioni”, “accuse farneticanti”, “irrealistiche” e “criminali”.

Il fratello di Emanuela, secondo il cardinale, avrebbe insinuato che Wojtyla la sera uscisse in incognito dal Vaticano con altri preti “e non andasse di certo per benedire delle case”.

Oltre all’attacco sferrato nei confronti di Pietro, il cardinale Stanislao Dziwisz ha voluto sottolineare l’estraneità dai fatti di Papa Wojtilia all’epoca dei fatti:

Come segretario particolare del Papa Giovanni Paolo II posso testimoniare, senza il timore di smentite, che fin dal primo momento il Santo Padre si è fatto carico della vicenda, ha agito e fatto agire perché essa avesse un felice esito, mai ha incoraggiato azioni di qualsiasi occultamento, sempre ha manifestato affetto, prossimità, aiuto nei modi più diversi alla famiglia di Emanuela.