Eva Kaili, accusata di corruzione nell’ambito della cosiddetta inchiesta Qatargate, oggi è uscita dal carcere. L’eurodeputata greca dovrà tuttavia rimanere agli arresti domiciliari presso la sua abitazione.
Qatargate, Eva Kaili fuori dal carcere: “Mia figlia mi sta aspettando”
Kaili ha lasciato la prigione Haren di Bruxelles con l’auto del suo avvocato ed è stata portata direttamente nel suo appartamento vicino al Parlamento europeo. Le è stato ordinato di rimanere a casa in attesa del processo e fino a quel momento, dovrà indossare un localizzatore elettronico.
Mia figlia mi sta aspettando, quindi sono molto felice di essere con lei tra poco.
Ha detto ai giornalisti, riferendosi al suo bambino di due anni.
Parlando in greco e poi in inglese, ha aggiunto:
La lotta continua, con determinazione, da parte dei miei avvocati. Ne parleremo presto.
Lo scandalo del Qatargate
L’ex giornalista di 44 anni ed ex vicepresidente del parlamento, è diventata il volto pubblico di uno scandalo di corruzione che ha scosso la politica dell’UE tanto da spingere il parlamento a introdurre riforme volte a frenare l’influenza esterna.
Prima del suo rilascio, Kaili aveva trascorso quattro mesi in custodia ed è stata l’ultima delle principali sospettate a rimanere in prigione mentre l’indagine belga continua. Anche il suo compagno, l’assistente parlamentare Francesco Giorgi, è stato denunciato e scarcerato.
Altri due, l’eurodeputato belga Marc Tarabella e l’ex parlamentare europeo Pier Antonio Panzeri, sono stati rilasciati giovedì nelle loro residenze in Belgio, indossando anch’essi braccialetti di tracciamento elettronico.
Le indagini
L’indagine si concentra sui presunti tentativi del Qatar e del Marocco di acquisire influenza nel parlamento, l’assemblea eletta dell’Unione europea, in particolare nel tentativo di attenuare le critiche al record dei diritti dei lavoratori del Qatar in vista della Coppa del mondo del 2022.
Entrambi i Paesi negano qualsiasi coinvolgimento in illeciti, così come Kaili e Tarabella.
Panzeri ha annunciato tramite il suo legale di aver stretto un patteggiamento con gli inquirenti e di aver confessato il suo ruolo nell’organizzazione di pagamenti corrotti a una rete di personaggi politici.