C’è grande attenzione sulle ripercussioni giudiziarie in merito a un fatto di cronaca avvenuto a Milano, dove un bambino di 5 anni ha investito e ucciso un’anziana con la sua bici all’interno di un’area verde.

Dalla ricostruzione dei fatti non c’è dubbio che si sia trattato di un incidente. Il piccolo stava infatti facendo pratica con il suo mezzo a due ruote senza rotelle all’interno di un parco cittadino. A causa della poca esperienza avrebbe però perso il controllo del manubrio, andando a sbattere contro una signora di 87 anni che ha incrociato la sua traiettoria. L’impatto, avvenuto a bassa velocità, ha fatto cadere la donna, nonostante il bastone da passeggio, obbligando così l’intervento dei soccorsi.

Sebbene i primi esami mostrassero segnali confortanti, l’anziana ha perso progressivamente conoscenza ed è deceduta poche ore dopo in ospedale. Chiaramente, la Procura ha aperto un fascicolo di natura penale, iscrivendo il padre del minore nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo.

Anziana uccisa da bimbo in bici, le conseguenze penali per il padre

Scontro tra anziana e bimbo in bici, cosa dice la legge e quali sono le possibili conseguenze civili e penali per il padre del piccolo.

L’articolo 40 del codice penale sancisce che ogni persona ha l’obbligo giuridico di impedire un evento potenzialmente fatale, quale l’episodio accaduto. Di conseguenza, si capisce che il padre dovrà dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare che la tragedia si consumasse. Altrimenti, come stabilito dai Giudici della Cassazione nel 2010, spetta al garante del minore (ossia al padre in questo caso) attuare il risarcimento danni.

Impossibile che si segua la strada del proscioglimento per tenuità del fatto, poiché il reato contestato non ha una pena minima inferiore ai due anni. Le strade percorribili, pertanto, sono obbligate e decisamente poco piacevoli: l’uomo potrebbe infatti ricorrere al patteggiamento e ottenere una condizionale con sconto di pena. Rimarrebbe valido il patteggiamento come danno civile, la cui entità però sarà faraonica.

Paradossale il confronto con un episodio di cronaca analogo avvenuto sempre a Milano lo scorso agosto, quando un 20enne investì e uccise un ragazzo di 11 anni in bicicletta. Qui il reato contestato è di omicidio stradale, ma il giudice ha respinto la proposta di patteggiamento a 5 anni nei confronti del responsabile, su cui pesano l’aggravante della fuga e l’elevata presenza di droghe al momento dell’impatto. In questo caso si va verso il processo con rito abbreviato.