Fuga d’amore fiorentina per i reali di Monaco Charlene Wittstock e il principe Alberto. I due coniugi hanno preso parte lo scorso 12 Aprile ad una grande soirée a scopo benefico nel Salone de’ Cinquecento, in Palazzo Vecchio a Firenze in occasione dei 160 anni del consolato di Monaco in territorio fiorentino. Firenze luogo di poeti e grandi artisti ha ospitato oltre i reali di Monaco anche il grande tenore Andrea Bocelli con la moglie Veronica. La serata a cui hanno preso parte i reali è stata centro di un’importante raccolta benefica, parte dei proventi sono satati devoluti in beneficenza alla Andrea Bocelli Foundation, fondazione che aiuta le persone in difficoltà a causa di malattie, condizioni di povertà e emarginazione sociale ma anche a quella del Sovrano monegasco, da lui stesso creata nel 2006, la Prince Albert II Foundation.

La Royal Dinner, una fuga d’amore istituzionale

Nel corso della cena di cena di gala, che ha visto tra i numerosi ospiti anche la presenza di Autorità ed Istituzioni non solo italiane ma anche monegasche, nonché della famiglia Bocelli, vi è stata la presentazione di altre iniziative connesse alle celebrazioni del 160° anniversario del Consolato del Principato di Monaco a Firenze, non è mancato però uno spazio dedicato all’arte e allo svago con un dj-set che he chiuso la serata. Durante la breve ma intensa vacanza fiorentina i coniugi reali, il principe Alberto II di Monaco e la consorte Charlène sono stati ospitati nel nobiliare Palazzo Gondi, il preferito di Lorenzo Il Magnifico.

Charlène e Alberto la crisi rientrata tra i due

Questa fuga d’amore dal gusto tutto fiorentino ha messo a tacere le varie voci e i vari rumors che nei mesi scorsi hanno perseguitato i congiugi reali monagheschi. Da che si diceva «Charlène e Alberto di Monaco si separano» a «Charlène è incinta» le voci sono state messe a tacere. Voci che poi sono state smentite anche ufficialmente, da parte di Palais Princier dicendo : « rumors totalmente infondati», Questa fuga d’amore per quanto istituzionale, in riva d’Arno è stata benefica, c’è chi giura di averli visti «camminare mano nella mano».