‘Mi si nota di più se faccio un passo di lato o se faccio l’innocente?’. Qualcuno se lo potrebbe davvero chiedere e se Carlo Calenda affonda il Terzo Polo, cantando un requiem finale, Matteo Renzi pare voglia resuscitare l’alleanza Azione-Italia Viva. O quanto meno fa uno dei suoi conosciuti passi di lato, mostrandosi non colpevole ma soprattutto lasciando aperta una finestra. “È stata una decisione di Calenda” e ancora “noi siamo aperti a qualsiasi tipo di collaborazione, anche con Azione“.
Certo, quell'”anche” fa pensare, se le parole hanno un senso: Renzi si smarca dal vincolo di Calenda per poter giocare da libero. Guardando – e forse agognando – il partito di Silvio Berlusconi (con cui fece il famoso patto del Nazareno). D’altro canto è anche difficile pensare che i due partiti possano andare divisi in parlamento, visto il numero obbligatorio da avere per i gruppi parlamentari (20 alla Camera, 6 al Senato) ed evitare di finire nel tritacarne del gruppo Misto. Poi, che ogni gruppo parlamentare prenda i finanziamenti e quello Misto no, è un’altra storia che probabilmente non ha nulla a che vedere con questa querelle e la vita da separati in casa.
Azione-Italia Viva, Renzi: “No alle polemiche”
Quindi, Renzi rimanda al mittente le scocciature e infatti dice a Radio Lepolda: “No alle polemiche, nelle prossime settimane rilanceremo alcune iniziative e le nostre porte sono aperte ai liberali, popolari, liste civiche, +Europa. Noi dobbiamo lavorare insieme“. Poi un Pensiero per Calenda. “Siamo molto dispiaciuti, è stato un errore ma non è la fine del mondo si riparte e cercheremo di lavorare insieme senza rilanciare sulle polemiche.
Renzi ha poi ricordato uno dei suoi nobili gesti nei confronti di Carletto e del suo partito: “Sui soldi noi abbiamo dato la disponibilità a fare 50 e 50, come abbiamo fatto sui manifesti di Calenda in Friuli. Italia Viva anche in quella campagna ha messo decine di migliaia di euro per promuovere il volto di Calenda. Abbiamo anche dato la disponibilità a sciogliere IV il 30 ottobre. Le proposte di Azione e quelle di IV dimostrano che non c’era nessun motivo per rompere“, ha aggiunto. “È andata come è andata, non abbiamo niente da rimproverarci, noi abbiamo fatto di tutto per non far saltare il giochino ma oggi ci sentiamo dire che il partito unico è morto senza avere nemmeno il buon gusto di fare una riunione“.
“Il Riformista è uno spazio di libertà”
Ma non pensiamo sia finita così. Renzi è noto per essere uno che le cose non se le fa dire e alla critica di essere anche direttore di un giornale, specifica che “Calenda aveva l’idea di fare il giornale del Terzo Polo, io ho detto ‘no’”, perché “il Riformista è uno spazio di libertà” che si rivolge anche agli “elettori del Pd come agli amministratori della Lega“. Un giornale generalista con un direttore editoriale, Matteo Renzi, e un diretto responsabile, Andrea Ruggeri, che si prenderà le querele, che punta anche all’elettorato di Centro Destra (Ruggeri ex parlamentare di Forza Italia).
E chiude: “È stata una decisione di Calenda, che rispetto ma non condivido. È stata una decisione unilaterale, è andata così ma non ci possiamo rimproverare niente. Abbiamo fatto di tutto e abbiamo la coscienza pulita“. Una cosa è certa: in due qualcosa fanno, da soli prendono solo batoste elettorali (vedi le ultime regionali).
Terzo Polo: Boschi, ci abbiamo creduto ma no ‘prendere o lasciare’
“Questa rottura dispiace perché ci abbiamo creduto fino alla fine. Renzi con molta generosità ha fatto il passo indietro richiesto da Calenda, abbiamo messo in discussione anche l’esistenza stessa di IV accettando di scioglierla a ottobre dopo un congresso vero, con regole che consentano una partecipazione autentica sui territori e per l’elezione del segretario“. Maria Elena Boschi, fedelissima di Renzi, si posiziona sulla linea del leader di Italia Viva.
La campana è sempre la stessa e suona contro Calenda. Il numero uno di Azione ha fatto saltare il banco perché ha capito che non poteva essere promosso al leader del partitone del Terzo Polo. È il Boschi pensiero: “Secondo me si è spaventato all’idea che non fosse incoronato leader per acclamazione e ha cambiato idea. Ma se ci ha ripensato poteva dirlo senza cercare scuse. È difficile stare in un partito se le condizioni sono ‘prendere o lasciare’”, dice ad Agorà. E anche lei tende la mano a Calenda: “Si può continuare a lavorare insieme se si mette di attaccare il nostro leader e la nostra comunità politica. Noi non vogliamo buttare a mare un progetto riformista che serve a battere i populismi di destra e di sinistra“.
Gasparri: “Fallimento del Terzo Polo è clamoroso”
“Il fallimento del Terzo Polo è clamoroso“. Senza giri di parole il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri a La7 commenta la fiaba di Italia Viva e Azione. “Tutti vogliono fare il ‘polo moderato’, il ‘polo di centro’, quello che deve sostituire Berlusconi. Ma Berlusconi è come la ‘Settimana enigmistica’: vanta innumerevoli tentativi di imitazione. Tutti falliti”.