Riforma delle pensioni sì, riforma delle pensioni no. Alla fine la patata bollente è passata al Consiglio Costituzionale in Francia che dovrà dire la sua. La Consulta stasera annuncerà quindi le sue decisioni sulla riforma delle pensioni e sulla proposta dell’opposizione di sinistra di un referendum per contrastarla.
Dopo quasi 3 mesi di trambusti e scontri, potrebbe forse arrivare la parola fine al malcontento generale che vige in Francia. Il 16 marzo il governo di Elisabeth Borne ha deciso di utilizzare l’articolo 49.3 della Costituzione per approvare la contestata riforma e poi dal 20 marzo, quando il governo ha superato la prova della fiducia parlamentare con appena 9 voti.
Riforma pensioni in Francia, la decisione della Corte costituzionale
Macron e il suo Esecutivo però dormono sogni tranquilli, perché si aspettano dal Consiglio Costituzionale una conferma della riforma, anche parziale, per porre fine alle proteste del popolo francese che da gennaio scuotono il Paese e con l’obiettivo di rilanciare, un anno appena dopo la sua rielezione, un mandato che è stato subito ostacolato da un conflitto sociale molto forte.
D’altro canto le opposizioni tifano per una bocciatura della riforma, approvata con una procedura parlamentare inedita (anche se leggittima). E sognano la caduta del governo, rimasto inflessibile dopo 12 giornate di scioperi, anche violenti. L’ultima manifestazione ha avuto luogo proprio il 13 aprile, un giorno prima dell’atteso annuncio del Consiglio Costituzionale.
Le decisioni della Corte, presieduta dall’ex premier socialista Laurent Fabius, non sono appellabili e peseranno in maniera determinante sui prossimi 4 anni del mandato di Macron. Tutto si gioca su un sì o un no.
Cosa dice l’articolo 49.3 della Costituzione Francese
Il Primo ministro può, dietro deliberazione del Consiglio dei ministri, impegnare la responsabilità
del Governo dinanzi all’Assemblea nazionale sul voto di un progetto di legge finanziaria o di
finanziamento della previdenza sociale. In tal caso, detto progetto è considerato adottato, salvo il
caso in cui una mozione di sfiducia, presentata nel termine di ventiquattro ore, venga votata alle
condizioni previste dal comma precedente. Il Primo ministro può, inoltre, ricorrere a tale
procedura per un altro disegno o per una proposta di legge a sessione.
Francia, ok saggi a riforma pensioni. Nuovi scontri:
Sono scoppiate in altre città francesi tra cui Marsiglia e Tolosa e a Lione, le proteste di centinaia di persone . Le forze dell’ordine sono intervenute lanciando lacrimogeni per disperdere i manifestanti. A Rennes, i manifestanti hanno dato fuoco all’ingresso di una stazione di polizia, mentre altri incendi sono stati appiccati in città. Queste le parole social del ministro dell’Interno Gerald Darmanin in merito ai nuovi disordini: “Gli attacchi a Rennes da parte di teppisti decisi a combattere sono inaccettabili”.
Nei pressi del museo del Louvre sono situati poi gli uffici del Consiglio costituzionale, prontamente protetti con barriere e l’ausilio della polizia antisommossa che era di guardia nelle vicinanze. Queste il commento su Twitter del primo ministro Elisabeth Borne: “La Corte costituzionale ha giudicato la riforma, sia nel merito che nella procedura, conforme alla Costituzione. Questa sera non ci sono né vincitori né vinti”.
Il leader del partito di sinistra France Unbowed (LFI), Jean-Luc Melenchon si è a sua volta espresso sulla medesima piattaforma: “La lotta continua e deve prendere forza”. Anche i sindacati hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui esortano Macron a non firmare la legge, affermando che la questione “non sia finita qui”.
Il leader del Partito Comunista Fabien Roussel ha dichiarato ai media BFM che firmare la legge equivarrebbe a una cosa molto peggiore del versare olio sul fuoco: “Sarebbe come gettare una tanica piena di benzina. Temo un’esplosione di rabbia”. Sophie Binet, segretaria generale del sindacato CGT, dal canto suo ha chiesto una “ondata popolare e storica” di persone in piazza per opporsi alle riforme il 1° maggio.
138 gli arresti per i nuovi scontri in Francia
In seguito ai nuovi scontri che si sono verificati in serata la polizia francese ha annunciato 112 arresti, a cui si sono aggiunti altri 26 arresti effettuati in serata per un totale di 138 persone. Ammonta a tale numero quello delle persone arrestate dopo la manifestazione spontanea, dovuta al via libera della Corte Costituzionale alla riforma delle pensioni. Le fiamme divampate a Rennes, dopo che una stazione di polizia vuota è stata incendiata (compresi i bidoni della spazzatura), sono state domate con l’utilizzo di un cannone ad acqua. La situazione è dunque rientrata dopo il repentino intervento della polizia.