Chi usufruisce della 104 deve essere convivente? Chi sono i parenti che possono usufruire della legge 104? Come richiedere la 104 per un amico? Negli ultimi giorni sono state formulate molte domande che mettono in rilievo il problema dei permessi 104 per chi non è familiare.

Permessi legge 104: può chiederli chi non è familiare?

La legge quadro 104/1992 prevede la figura del familiare votato all’assistenza del disabile grave, a prescindere dal grado di parentela. Oltretutto, secondo le vecchie regole il beneficio viene accordato in assenza dei precedenti richiedenti, venuti a mancare, impossibilitati all’assistenza o deceduti.

Fortunatamente, le nuove disposizioni confermano la presenza di tre giorni di permessi 104 mensili votati a garantire l’assistenza alla medesima persona, per cui il diritto può essere richiesto anche da più persone, che possono concordare il periodo di fruizione dei permessi alternandosi tra loro.

Altra nuova notizia riguarda la figura del convivente tra coloro che possono fruire dei permessi 104, posti nella stessa e medesima linea del coniuge e, anche rispetto all’unione civile, secondo i principi contenuti nel comma 36 dell’articolo 1 della legge n. 76/2016.

Ora, la legge in questione si apre a paracadute per i disabili, permettendo l’assistenza continua e duratura del disabile grave, quindi, convenendo a colui che si occupa dell’assistenza le agevolazioni previste dalla 104, ovvero permessi retributivi e congedo straordinario.

Come richiedere la 104 per un amico?

La normativa prevede il rilascio dei permessi direttamente al lavoratore invalido.

Prima di tutto, l’agevolazione viene rilasciata ai direttamente al lavoratore disabile, se impegnano nello svolgimento di un’attività lavorativa può godere di 3 permessi al mese completamente retributivi. È possibile richiedere i permessi in forma frazionata.

In ogni caso, la normativa prevede il rilascio dei permessi prima al diretto interessato, se si trova nella condizione di poter svolgere un lavoro.

Il disabile grave viene tutelato permettendo il beneficio al familiare che si occupa dell’assistenza. Diversamente, se il disabile non è impegnato in un contesto lavorativo ed ha ottenuto il riconoscimento della legge 104, può richiedere il pacchetto completo delle agevolazioni fiscali. Nello stesso modo, i permessi 104 possono essere sfruttati dal familiare che ne fa richiesta, ovviamente occupandosi della cura e assistenza.

In questo contesto, il discorso è caduto spesso sulla figura di più familiari a prescindere dal grado di parentela. In altre parole, la normativa in assenza del familiare prevede il rilascio dei permessi direttamente al disabile grave. Dunque, la legge non prende in considerazione la figura dell’amico, se non è vincolato dalla parentela.

Chi sono i parenti che possono usufruire della legge 104?

Le nuove norme vanno a rafforzare il concetto di assistenza rivolta al familiare disabile grave e, laddove, non intravede la possibilità di conferire l’agevolazione rivolge allo stesso portatore di handicap, se impegnato in un contesto lavorativo, la possibilità di richiedere i permessi 104.

I familiari, ammessi al beneficio possono rientrare nella seguente sfera, quale: coniuge, figura convivente (lavoratore), parenti o affini entro il secondo grado o entro il terzo grado. O, coniuge o genitore over 65 in caso di mancanza, decesso o patologie invalidanti dei soggetti familiari di primo e secondo grado.

Chi non è un familiare quando può ottenere i permessi legge 104?

La normativa prevede il rilascio dei permessi 104 per garantire l’assistenza del familiare disabile. Nello stesso tempo, assicura la fruizione del diritto al beneficio al diretto portatore di handicap, se lavoratore, in presenza di diversi requisiti, tra cui:

  • accertata disabilità grave riconosciuta dalla Commissione medica ASL – INPS ai sensi e per gli effetti dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992;
  • non risultare ricoverato in una struttura pubblica o convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale a tempo pieno.