Sentenza Corte D’appello Roma: Casamonica una galassia criminale. Una aggregato malavitoso dotato di un indiscusso prestigio criminale.
Sentenza Corte D’appello Roma: Casamonica galassia criminale
Il gruppo criminale Casamonica, operante nella zona Appio-Tuscolana di Roma, con base operativa in vicolo di Porta Furba, è organizzato in una galassia, ossia aggregato malavitoso costituito da due gruppi familiari dediti ad usura, estorsioni, abusivo esercizio del credito, nonché a traffico di stupefacenti, dotato di un indiscusso prestigio criminale nel panorama delinquenziale romano, i cui singoli operavano tuttavia in costante interconnessione e proteggendosi vicendevolmente, così da aumentare il senso di assoggettamento e impotenza delle vittime, consapevoli di essere al cospetto di un gruppo molto coeso ed esteso.
Questo è quello che si legge nella sentenza dello scorso novembre dei giudici della Corte d’Appello di Roma. Confermata quindi l’accusa di mafia per il clan Casamonica, una vera galassia criminale.
I giudici hanno spiegato che oltre alle dichiarazioni dei collaboratori Cerreoni e Fazzari, sono stati preziosi i riscontri provenienti da alcune intercettazioni. Una risale all’ottobre del 2000 quando una guardia giurata a cui era stata richiesta la somma di 130mila euro per la restituzione di un ciclomotore rubato, chiedeva al clan come comportarsi per evitare problemi.
Un gruppo che gode di un prestigio e un carisma criminale
Nella sentenza che conferma l’accusa di mafia, i giudici affermano che il clan Casamonica godesse di un prestigio e un carisma criminale che hanno remota datazione:
Ci sono anche le deposizioni delle persone offese dai numerosi reati di usura ed estorsione, apparsi inizialmente reticenti perché spaventati delle conseguenze negative della propria deposizione.
Le motivazioni di Appello
I giudici nelle motivazioni di Appello citano anche il summit che si tenne nel dicembre del 2017 in un ristorante di Grottaferrata con l’obiettivo di siglare la pax tra gli Spada, famiglia egemone di Ostia, e il gruppo criminale capeggiato da Marco Esposito, detto Barboncino.
L’obiettivo dell’incontro dipendeva in particolare dall’efficacia dell’azione di mediazione di Casamonica:
Una legittimazione sintomatica della partecipazione di Casamonica a una comune cultura criminale (di stampo mafioso).
Lo scrivono i giudici.
30 anni: la condanna più alta a Domenico Casamonica
Dopo la sentenza di primo grado, che aveva stabilito 44 condanne per oltre 400 anni di carcere complessivi, in Appello la condanna più alta è andata a Domenico Casamonica, ai vertici del clan romano. A lui una pena di 30 anni di carcere.
Condanne pesanti anche per Massimiliano Casamonica con una pena di 28 anni e 10 mesi; 24 anni a Pasquale Casamonica, 26 anni e 2 mesi a Salvatore Casamonica, 15 anni e 8 mesi a Liliana Casamonica, 16 anni e 2 mesi a Giuseppe Casamonica e infine 16 anni e 6 mesi a Guerrino Casamonica.