Nuovo capitolo nella vicenda della pillola abortiva che la settimana scorsa era stata momentaneamente sospesa in Usa: la Corte d’Appello del Quinto Circuito di New Orleans si è pronunciata. I tre giudici della Corte hanno stabilito regole più severe per l’utilizzo del Mifepristone. No alla sospensione definitiva, dunque, almeno per il momento.
Tra le nuove regole spicca la riduzione da 10 a 7 settimane del tempo dal concepimento entro cui la pillola può essere utilizzata. Non si potrà più, inoltre, ricevere il Mifepristone per posta: sarà necessario andare in uno studio medico.
La questione era salita alla ribalta delle cronache lo scorso 8 aprile, quando un giudice del Texas aveva sospeso l’approvazione della pillola abortiva da parte della Food and Drug Administration, l’autorità regolatoria. In questo modo, la pillola era stata virtualmente vietata in tutto il Paese. La pronuncia della Corte d’Appello si è resa necessaria dopo il ricorso del dipartimento di Giustizia americano contro la sentenza.
Nota in Italia come Ru486, la pillola è molto diffusa negli Stati Uniti da circa vent’anni. A questo punto, il caso potrebbe finire davanti alla Corte Suprema.
Corte Usa si esprime sulla pillola abortiva, le associazioni di medici: “Complicazioni inferiori alla rimozione dei denti del giudizio”
Ad intentare la causa contro l’approvazione del Mifepristone l’Alliance Defending Freedom, gruppo di orientamento cristiano-conservatore statunitense. Il Mifepristone è finito sotto la lente d’ingrandimento perché, secondo le accuse, al momento della sua approvazione iniziale la Fda non aveva esaminato in modo approfondito i rischi per la sicurezza.
La pensano diversamente diverse associazioni di medici americane. Per rafforzare la loro tesi, infatti, i medici sottolineano come la pillola sia stata assunta da milioni di donne negli ultimi 23 anni. Le complicanze legate al Mifepristone si verificano in una percentuale minore di svariate procedure di routine, come la rimozione dei denti del giudizio o le colonscopie.