Bonus 100 euro studenti, qual è l’utilità del sistema della ricompensa? Premiare con una cifra economica, irrisoria, è la nuova frontiera educativa dell’Istituto di Istruzione Superiore Pietro Scarcerle di Padova. Dinamica del tutto nuova, ma che obbliga ad una riflessione più ampia sul sistema scolastico, in primis, e sul sistema sociale, in secundis. Ne abbiamo parlato con Adriano Formoso, psicoterapeuta, esperto in neuropsicofonia, intervenuto ad Open Day, su Radio Cusano Campus.

Bonus 100 euro studenti: “I ragazzi vanno educati, non addestrati”

Bonus 100 euro studenti: “Sono insorto dentro di me, anch’io, in modo mite – ha detto Adriano Formoso – il sistema della ricompensa fa pensare a Skinner, al condizionamento operante. Lo studioso dimostrava che dando da mangiare ai topolini otteneva quello che voleva, ma siccome i ragazzi non sono dei topolini vanno educati, e non addestrati. E’ una ricompensa fuori luogo, è una proposta diseducativa perché le persone che devono essere incentivate, stimolate, sono quelle in difficoltà. Se dovessi dare dei soldi a qualcuno li investirei verso coloro che possono dare una mano nel sostegno, ad esempio”.

La relazione scuola – studenti va negoziata

Il sistema della ricompensa economica dell’Istituto di Padova impone una riflessione sulle criticità relazionali scuola – studenti. Non è col denaro che si ottengono risultati importanti. “Coi ragazzi se si va allo scontro non si ottiene nulla, bisogna negoziare, essere empatici, mettersi in un setting per comprenderli. Ci troviamo di fronte a persone che anziché far crescere acculturando si soffermano soltanto sull’acquisizione della loro materia. L’obiettivo non dev’essere di avere dei matematici, ma mettersi a disposizione del collettivo, ognuno è diverso – ha aggiunto il dottor Formoso – per negoziare bisogna instaurare una relazione. Ogni docente dovrebbe partire non da quello che riesce a trasmettere per la data materia che insegna, ma per la testimonianza umana, educativa”.

Aneddoto significativo sul contributo umano dei docenti

“Una volta il rettore della mia università disse vi ho dato i professori migliori, non i più preparati. Lì per lì non capii, poi riflettendo ho capito che i migliori professori sono quelli che riescono a formarti non solo sulla materia, ma anche rispetto alle conoscenze del rispetto, della pro socialità, delle relazioni umane. Oggi ritengo la scuola sia carente in questo senso – si è congedato il dottor Formoso – oggi la classe docente è in forte decadimento. Viene a mancare quest’aspetto. In più i docenti non sono valorizzati, a livello di diritto, perché non sono pagati adeguatamente: hanno molte ore di lavoro da fare, ho assistito a realtà dove i docenti di sostegno hanno preparazione in Scienze Motorie, l’insegnante di sostegno deve avere una formazione ancora più specifica. Siamo un Paese così“.