È stata arrestata alle prime ore di questa mattina, 13 aprile, Laura Bonafede, la maestra indagata nell’ambito dell’inchiesta sui fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro partita dopo la cattura del boss a Palermo. La donna è accusata di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza di pena: per gli inquirenti avrebbe intrattenuto con il leader di Cosa Nostra una lunga relazione, favorendone la latitanza.
Chi è Laura Bonafede, la maestra arrestata oggi
Cugina di Andrea Bonafede, il geometra accusato di aver prestato l’identità al boss, dell’altro Andrea Bonafede, il dipendente comunale che avrebbe provveduto a far avere a Messina Denaro le ricette mediche necessarie per le cure del cancro e di Emanuele Bonafede, uno dei vivandieri del padrino – arrestato nelle scorse settimane insieme alla moglie, Lorena Ninfa Lanceri -, Laura Bonafede è la moglie dell’ergastolano Salvatore Gentile, in cella per aver commesso degli omicidi su ordine proprio di Messina Denaro, e avrebbe intrattenuto con lui una lunga relazione, favorendone la latitanza. Il suo nome era già uscito fuori, nel corso delle indagini, in relazione ad alcuni filmati che la ritraevano mentre parlava con il boss al supermercato, appena due giorni prima del suo arresto a Palermo.
Da allora Bonafede era finita nel mirino dei carabinieri del Ros, impegnati a ricostruire la fitta rete di fiancheggiatori che ha permesso a Messina Denaro di vivere indisturbato durante la latitanza. Ora è stata arrestata, con l’accusa di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza di pena. Nell’ordinanza di custodia cautelare disposta nei confronti della 56enne, già sospesa dall’insegnamento, si scrive che Bonafede avrebbe provveduto alle necessità di vita quotidiana del latitante, facendo la spesa al suo posto, per evitare che potesse essere contagiato dal Covid, comunicando con lui attraverso messaggi cifrati per tutelare l’identità di altri protagonisti della sua rete di protezione e curando con attenzione maniacale la sua sicurezza. A tradirla sarebbero stati una serie di pizzini rinvenuti nel corso delle perquisizioni.
Tra i due, secondo quanto ricostruito dai messaggi, sarebbe intercorsa una lunga relazione. Il 29 dicembre scorso, quando il boss era ancora latitante, la maestra gli scriveva, firmandosi “cugino” per celare la sua vera identità, di essere gelosa dei suoi contatti con un’altra donna:
Ho visto Margot alle 18.56 dal Tramite (altro nome in codice di Lorena Lanceri, ndr), stranamente non mi sono arrabbiato, non sono andato su tutte le furie come di solito mi succede. Mi ha dato parecchio fastidio, questo non lo posso negare. Mi ha dato fastidio non sapere cosa stessi facendo in quel momento, non sapere se eravate soli, se ti saresti fermato ancora a lungo se… se… se… potrei dire mille se…
Sale il numero dei fiancheggiatori in manette
Con l’arresto di Laura Bonafede, sale ulteriormente il numero dei fiancheggiatori arrestati in relazione alla latitanza di Matteo Messina Denaro. Dalla cattura del boss, avvenuta lo scorso 16 gennaio, sono finiti in carcere Giovanni Luppino, l’uomo che lo aveva accompagnato in macchina a Palermo per sottoporsi alla chemioterapia; Andrea Bonafede, il geometra che gli ha fornito l’identità, permettendogli di curarsi; l’altro Andrea Bonafede, cugino del primo, che ha fornito al boss ricette mediche sotto falso nome; Alfonso Tamburelli, il medico che gli ha prescritto i farmaci da assumere e le analisi da effettuare per tenere a bada il suo tumore; i coniugi Emanuele Bonafede e Lorenza Ninfa Lanceri, che gli avrebbero fornito “prolungata assistenza finalizzata al soddisfacimento delle sue esigenze personali e al mantenimento dello stato di latitanza”. Oltre a loro, è finita in carcere anche la sorella del boss, Rosalia Messina Denaro, che avrebbe mantenuto rapporti con il latitante, consentendogli di comunicare con i suoi uomini.