Notre-Dame aperta inchiesta a distanza di quasi 4 anni dal rogo che ha devastato la cattedrale. Ad avviare formalmente un’inchiesta giudiziaria è la magistratura. Lo scopo è quello di accertare le eventuali responsabilità delle autorità di Parigi nell’inquinamento al piombo ai danni di residenti e scuole dell’area sinistrata. L’informazione giudiziaria ha preso il via sulla base di una denuncia accolta proprio dalla magistratura. L’esposto risale a giugno 2022. L’accusa era quella di “messa in pericolo della vita altrui”. A depositarla sono stati ai tempi due genitori di alunni dall’associazione Henri Pezerat e dall’Unione dipartimentale Cgt Paris.

Notre-Dame aperta inchiesta, a chi è rivolta l’accusa

L’accusa è rivolta principalmente all’Agenzia regionale della sanità (Ars), alla prefettura di polizia e al Comune di Parigi. Il motivo è legato alla mancata attuazione di precauzioni necessarie e rapide post incendio. Il giudice nominato indagherà quindi sulla possibile intossicazione col piombo legata alle emissioni post incendio del 15 aprile 2019 nei residenti della zona circostante la cattedrale parigina.

Il problema e il procedimento legati al rischio all’inquinamento dell’aria è stato rapidamente archiviato. Tuttavia i cittadini e le associazioni rimangono preoccupati per la ricaduta sul terreno di questo metallo pesante tossico. Si teme infatti che possa essere portato a casa sotto le suole ed ingerito dai bambini.

Per i ricorrenti, “nonostante l’entità dell’incendio e la conoscenza dei rischi di inquinamento e contaminazione, nessuna precauzione particolare è stata adottata dalle autorità interessate per più di tre mesi dopo l’incendio”, mettendo quindi in pericolo “i bambini in asili nido e scuole, residenti e lavoratori nel quartiere e nella cattedrale”.

Quali sono i timori e le richieste di cittadini e associazioni

L’Agenzia regionale della sanità, la questura, il Comune di Parigi e persino il ministero della Cultura ritengono che si sarebbero dovute adottare misure più drastiche nell’immediato. A spiegare alla stampa quali sono ora le richieste è l’avvocato dei querelanti, François Lafforgue:

“Chiediamo che vengano svolte rapidamente le indagini affinché vengano assolte le responsabilità in merito alla contaminazione dei bambini che frequentano la scuola o che vivono nei pressi di Notre-Dame e in merito alla massiccia esposizione dei lavoratori presenti sul sito”.

I danni dell’incendio e la previsione della riapertura

Risale all’aprile 2019 il grande incendio che ha devastato il capolavoro dell’architettura gotica più noto della Francia. Tra i danni provocati alla cattedrale dalle fiamme spicca il crollo della cornice, della sua famosa guglia, del suo orologio e di parte della sua volta, sotto lo sguardo attonito di milioni di persone in tutto il mondo.

Nell’incendio sono andate in fumo 400 tonnellate di piombo dal tetto e dalla guglia di Notre-Dame, ovvero “quasi quattro volte le emissioni annuali di piombo in atmosfera, in tutta la Francia”, come sottolineato dai querelanti. La riapertura dell’edificio è prevista per il 2024. Prima dell’incendio il sito accoglieva quasi 12 milioni di visitatori e venivano celebrate 2.400 messe e funzioni nonché tenuti 150 concerti all’anno.