Nomine partecipate 2023, tra conferme e sorprese dell’ultimo momento. Un colpo di coda che la Meloni digerisce, ma non è che comprenda molto. Buon viso a cattivo gioco. Poi si dirà che era tutto concordato, ma su Scaroni, ad esempio, non era affatto così.
Ad ogni modo, il governo ha deciso i vertici delle principali società partecipate, con Enel, Eni, Leonardo e Poste italiane. Al,eno queste sono le principali.
Nomine partecipate 2023. Nomi che faranno discutere
Il Ministero dell’economia e delle finanze alla fine e dopo diverse riunioni che si sono prolungate fino a stanotte, alla fine ha depositato le liste per il rinnovo degli organi sociali.
Enel: Paolo Scaroni presidente dell’Enel e Flavio Cattaneo amministratore delegato. Il Ministero dell’economia e delle finanze ha depositato le liste per il rinnovo degli organi sociali della società.
Eni: Claudio Descalzi confermato alla guida di Eni, alla presidenza arriva Giuseppe Zafarana. Lo ha deciso il Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha depositato le liste per il rinnovo degli organi sociali della società.
Leonardo: Ecco la lista per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione che vede Stefano Pontecorvo come presidente e Roberto Cingolani come nuovo Ad;
Poste: Matteo Del Fante confermato alla guida di Poste Italiane, mentre alla presidenza arriva Silvia Rovere. A deciderlo è stato il il Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha depositato e firmato le liste per il rinnovo degli organi sociali della società.
Rimangono fuori, dunque, tutti gli uscenti: Lucia Calvosa (Eni), Michele Crisostomo (Enel), Luciano Carta (Leonardo), Bianca Maria Farina (Poste), gli amministratori delegati Francesco Starace (Enel) e Alessandro Profumo (Leonardo). Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, li ha congedati ringranziandoli: “Per il lavoro svolto e i risultati ottenuti in questi anni dalle società”.
“Competenze e non appartenenze”
Giorgia Meloni sorride dopo la nomina delle partecipate. Lo fa cercando di salvare le apparenze e celando il fastidio per alcune scelte non del tutto condivide. Il Presidente del Consiglio, in una nota, commenta: “Le nomine dei nuovi vertici di Eni, Enel, Leonardo e Poste sono frutto di un attento percorso di valutazione delle competenze e non delle appartenenze. È un ottimo risultato del lavoro di squadra del governo. Ringrazio – prosegue – chi ha servito l’Italia con passione in queste aziende, auguro ai prossimi amministratori buon lavoro. Il loro compito è quello di ottenere risultati economici solidi e duraturi nell’interesse della nazione che rappresentano in tutto il mondo”.
I dubbi della Lega
Lo spirito di apparente gioia è sottoscritto anche dagli altri partiti della maggioranza. Il capogruppo leghista del Senato, Massimiliano Romeo, commenta a Radio1:
È chiaro che il presidente del Consiglio, giustamente, deve dare un po’ il suo indirizzo. Poi le cose vengono condivise e il risultato sarà di tutto il governo, come abbiamo sempre fatto.
Peccato che a contraddire il carroccio, ed a confermare che forse non proprio tutti sono stati allineati in questa fase, sia stato l’omologo alla Camera Riccardo Molinari che, ieri, ha ritenuto curioso che a decidere sulla partecipate sia un unico partito. Ci pensa Romeo a mettere una pezza:
Ogni tanto qualche puntino sulle ‘i’ si può anche mettere, ma – prosegue – sempre con garbo, senza creare nessun problema al governo.
A sedare ogni dubbio è Tommaso Foti, Capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, che rimanda al mittente ogni dubbio di monopolizzazione nelle scelte:
Nessuno può dire che con queste nomine vi sia stata una lottizzazione. Il criterio scelto dal presidente Giorgia Meloni è stato quello del merito. Ci sono nomi, curriculum, esperienze e fatti concreti che questi amministratori hanno portato nella loro esperienza professionale e che sono stati valutati nel migliore dei modi. Facciamo a loro il nostro augurio di buon lavoro in settori strategici per l’Italia nel mondo: i loro risultati positivi – aggiunge – non saranno quelli di un governo ma riguarderanno tutta la nazione.