Le bordate non fermino i lavori per il partito unico del Terzo Polo. Questo il senso intrinseco nella scelta di mantenere – o forse nella scelta di non annullare – la riunione di oggi pomeriggio fra le squadre di Italia Viva e Azione. 24 ore o poco più di tensioni, con annesse dichiarazioni – anche anonime – inviate e ricevute hanno messo a rischio la fusione fra Carlo Calenda, Matteo Renzi, le relative squadre e personaggi.

Road map per il partito unico del terzo polo

Lavori che proseguono all’ombra dello scambio di accuse e delle recriminazioni, ma che ha visto anche un lavoro sottotraccia, per proseguire il cantiere della fusione. E una vera e propria cartina programmatica per arrivare alla nascita del tanto decantato partito unico già c’è, ed è ben definita.

  • Per la creazione del manifesto dei valori e delle regole, c’è tempo fino al 31 maggio.
  • Il 15 giugno invece scade il tempo limite affinché Azione e Italia Viva possano approvare in toto quanto deliberato dai lavori
  • Le assemblee che sanciranno anche lo scioglimento dei due soggetti si dovranno tenere “entro la fine del 2024”.
  • Per quanto riguarda le “votazioni congressuali per i componenti dell’assemblea nazionale e sul segretario si svolgeranno entro il 20 ottobre 2023”
  • L’assemblea costituente si terrà nelle giornate del 28 e 29 ottobre 2023”.

L’incognita e il rancore, progetto giunto al capolinea?

Lavori per il partito unico del Terzo Polo che, sperano in molti, dovranno riuscire a superare i sospetti e le accuse delle ultime ore: dopo l’intervista a Carlo Calenda apparsa sul Corriere della Sera, in cui il leader di Azione punta il dito verso Matteo Renzi. reo di essere troppo impegnato per proseguire con il progetto del Partito unico, accusandolo di voler diluire i tempi in vista delle elezioni europee del prossimo anno, lo stesso frontman di Italia Viva – a Fanpage – parla di un progetto “talmente importante che non vale la pena di litigare”. Il tutto però alla fine di una giornata densa di accuse. Forti le parole di Davide Faraone:

“Sentire Calenda che continuamente accusa Renzi di passi indietro per me resta un modo di procedere incomprensibile”.

La replica di Matteo Richetti, dall’altra cannoniera, quella di Azione, è puntata contro Renzi:

“(Renzi, ndr) Ha annunciato che farà il direttore del Riformista e che avrebbe lasciato la responsabilità di partito a Calenda. Poi si è ripreso la presidenza di Italia Viva facendo il contrario. Lo dico con chiarezza: dobbiamo capire cosa vuole fare il nostro compagno di strada”.

La strada è ancora lunga, le tappe sono serrate. E le polemiche appaiono inevitabili.