Se ne parla ormai da qualche tempo e in diversi paesi la stanno già applicando. Si tratta della settimana lavorativa ridotta a 4 giorni. E se in Italia per ora rimane un’ipotesi, che interessa principalmente multinazionali e grandi aziende a quanto pare in Spagna hanno deciso di sperimentarla, per precisione a Valencia. La città ha intenzione di seguire una sperimentazione che è già attiva in diversi posti del mondo. Come Lituania, Regno Unito, Nuova Zelanda, Germania, Svezia, Islanda, Portogallo e Giappone.
La proposta questa volta è arrivata dal comune di Valencia, in Spagna, più precisamente dal sindaco Joan Ribò, che ha deciso di mettersi alla prova provando a concedere ai dipendenti il fine settimana lungo fino al lunedì compreso, per lavorare solo quattro giorni e cioè da martedì a venerdì. E’ partita la sperimentazione con l’intenzione di studiare che effetto ha la riduzione dell’orario settimanale a 32 ore sulla produttività. E non solo. L’esperimento serve anche a valutare come influisce sul tempo libero avere un giorno in più disposizione ma anche sulle richieste di la mobilità e soprattutto sull’economia.

In Spagna si sperimenta la settimana lavorativa ridotta, a Valencia i dipendenti comunali rimarranno a casa anche il lunedì

Il sindaco di Valencia, Joan Ribó, ha chiaramente detto di voler che i dipendenti comunali capiscano cosa voglia dire lavorare per vivere invece di vivere per lavorare. Al momento il progetto punta ad approfittare del fatto che ad aprile molti lunedì siano festivi. Come il lunedì di Pasqua appena trascorso. Poi c’è la festa locale San Vicente Ferrer il 17 aprile, giorno di festa che è stato spostato dal 22 gennaio al 24 aprile e infine la Festa del Lavoro del primo maggio. Una coincidenza di eventi per cui per un mese, questo già in corso, i cittadini di Valencia lavoreranno solo quattro giorni a settimana, per un totale di 32 ore (sempre a settimana), come spiega il quotidiano El Diario. Il sindaco Ribó aveva già annunciato a marzo di voler lanciare una campagna informativa sul tema. Le sue intenzioni sono quelle di creare una “città accogliente – ha spiegato il sindaco della città spagnola – e sana che si prenda cura delle persone”. La vicenda però non è risolvibile così facilmente. In ballo infatti c’è la questione soggetta alla negoziazione tra i sindacati e i datori di lavoro. Il Comune di Valencia ha fatto sapere di voler studiare la situazione e l’effetto della riduzione dell’orario lavorativo. Lo studio viene fatto sfruttando dati quantitativi e oggettivi. I risultati dei dati raccolti saranno valutati dal centro di innovazione Las Naves del Comune di Valencia, per poter trarre le conclusioni di questo test a partire dal prossimo 20 luglio.
La proposta avanzata dal sindaco di Valencia è il risultato dell´intenso dialogo che si è tenuto a lungo tra i vari settori coinvolti a cominciare dai sindacati; le aziende ma anche le organizzazioni di quartiere e altri agenti sociali.

A Valencia si studiano gli effetti della giornata lavorativa ridotta a quattro giorni

I principali aspetti su cui verrà posta l’attenzione sono quelli della salute e del benessere sociale. Ma anche l’emergenza climatica (con la conseguente riduzione del traffico almeno per un giorno a settimana oltre il week end), oltre all’economia. Oltre a valutare le conseguenze anche sul turismo interno, l’industria alberghiera e il commercio. Secondo il sindaco che ha proposto di effettuare l’esperimento, Ribó, tra i pochi aspetti positivi messi in luce dalla pandemia ci sono sicuramente i vantaggi dello smart working, sia per le aziende sia per i lavoratori. Lavorare a casa per molti ha rivoluzionato completamente il modo di pensare l’attività lavorativa. Sia per il risparmio da parte dei lavoratori, per i trasporti, sia per il tempo risparmiato non dovendo impiegarlo per gli spostamenti. La Regione valenciana oltre ad aver avanzato la proposta ha anche garantito il sostegno alle aziende per la sua attuazione, senza incidere sugli stipendi. Tra le varie iniziative, nel 2022 ha offerto oltre 9mila euro alle imprese per ogni lavoratore che avrebbe aderito alla settimana di 32 ore. Un aiuto che, ovviamente, sottintende un previo accordo con la rappresentanza legale del dipendente e un piano di miglioramento della produttività.