Si può pregare a scuola? Un tempo vi era il crocifisso affisso in tutte le aule, poi sono arrivate le polemiche sull’ora di religione ed infine siamo alle sospensioni scolastiche a causa delle preghiere: giusto o sbagliato? In un sistema multiculturale, sempre meno italiano e sempre più multiculturale, ma ostile verso gli altri è necessaria una riflessione più ampia. Cosa dice la legge? Ne abbiamo parlato con Lorenza Morello, presidente dell’associazione Avvocati per la Mediazione, ad Open Day, su Radio Cusano Campus.
Si può pregare a scuola? “Mi lascia senza parole la sospensione di un’insegnante, come se avesse compiuto un atto osceno”
Si può pregare a scuola? “Mi sembra questo sia un Paese che ogni giorni di più dimostra quanto stiamo perdendo il buon senso, e quanto stiamo abdicando ad una cultura unica, generale, che non si capisce bene quale matrice abbia. O forse sarebbe meglio non capirlo, a fronte del fatto che siamo un Paese che ha un’origine cattolica. S’immagini cosa sarebbe successo in un periodo di Ramadan se i bambini avessero chiesto di prostrarsi, come si fa in quelle culture, saremmo stati tacciati di razzismo! Non capisco perché tutte le volte che la manifestazione religiosa tocca la cultura cristiana si grida allo scandalo – ha spiegato Lorenza Morello – se siamo un Paese democratico dobbiamo permettere la manifestazione della propensione religiosa a chiunque. Un’insegnante che fa pregare non obbliga i bambini a farlo, ma significa che chi vuole può non aderire e semplicemente assistere. Arrivare a sospendere, come se la docente avesse compiuto un atto osceno, mi lascia senza parole“.
“Un mondo multiculturale accetta senza prevaricare“
Così come, “l’ora di religione nelle scuole non è mai stata obbligatoria, accadeva anche quando andavo a scuola io. Non proprio ieri. Durante l’ultima ora di lezione, di religione, o si usciva o si faceva altro non si era obbligati ad essere presenti! La Consulta tempo fa è stata chiamata ad esprimersi sui crocifissi, si è espressa parlando di accomodamento ragionevole, cioè aveva lasciato la libertà alle scuole di cercare una soluzione mite, intermedia, capace di soddisfare le diverse posizioni – si è congedata la Morello – spesso vado in giro per lavoro, ma non è che vado a chiedere di non pregare! Un mondo che vuole dirsi multiculturale non è un mondo che vieta, ma un mondo che accetta senza prevaricazione“.