La stagione del Napoli è entusiasmante al punto tale da far pensare ad Aurelio De Laurentiis di farne una serie tv. La confessione arriva in una intervista concessa al portale olandese De Telegraaf dove il proprietario del club azzurro annuncia di essere pronto a realizzare il documentario insieme alla CBS, emittente televisiva statunitense di New York controllata dalla Paramount. La scaramanzia però viene prima di tutto, serve la matematica certezza di poter festeggiare il terzo titolo italiano e poi possono scattare le riprese come i festeggiamenti che sono già in preparazione nel capoluogo campano.

De Laurentiis serie tv Napoli

Non è il primo club che entra nel mondo dell’intrattenimento con una serie tv. In Italia c’è stata già la Juventus così come diversi atleti anche di altre discipline hanno raccontato un loro successo o un momento particolare della carriera. Una pratica invece che all’estero già è diffusa anche fra gli sport di nicchia o con squadre di calcio di basso livello come successo col Sunderland.

Dopo Maradona e la caduta fino al fallimento, abbiamo tirato fuori il club dalla depressione. Siamo l’unico club italiano a giocare in Europa da quattordici anni, la Juventus si ferma a tredici. Abbiamo pensato di realizzare una serie tv, con la CBS negli Stati Uniti. O per fare qualcosa legato a questo terzo scudetto. Ma prima lo dobbiamo vincere. Il fatto che il Napoli non vinca lo scudetto da tanti anni non è dovuto solo al Napoli stesso, ma anche ad altri fattori che ora stanno lentamente ma inesorabilmente venendo a galla. Ma non voglio aggiungere altro a riguardo”.

Non riesce a trattenere la solita frecciatina alle squadre del nord Italia con cui per diverse stagioni ha lottato per il titolo, specialmente la Juventus a cui è rivolta la provocazione alla luce dell’indagine che vede protagonista la società bianconera. De Laurentiis però rivendica anche la rivincita del sud Italia di cui si fa promotore con la conquista dello scudetto. Atteso trentatré lunghi anni con un fallimento che aveva fatto conoscere lo spettro delle serie inferiori, l’arrivo proprio dell’attuale patron a risollevare le sorti del club caduto in disgrazia fino alla risalita. Tassello dopo tassello, il ritorno in Serie A con Reja in panchina e le prime soddisfazioni con Walter Mazzarri fino alla metamorfosi in big di primo piano con Rafa Benitez e Maurizio Sarri. Questo percorso ha prodotto il Napoli di oggi che sta facendo sognare i tifosi tra lo scudetto a pochi metri e un quarto di finale di Champions League da disputare contro il Milan. In campionato hanno vinto una partita a testa, ora in centottanta minuti si può entrare nella storia per due allenatori, Spalletti e Pioli, che non hanno mai raggiunto un risultato simile nella loro cariera.

“Capisco che sia importante per i napoletani che il Napoli finalmente vinca di nuovo lo scudetto dopo 33 anni. Per Napoli e i suoi abitanti sembrerà un riscatto contro il nord Italia, una vendetta per chi si sente svantaggiato o discriminato. Tuttavia, mi batto perché il sud e il nord formano un’unità italiana. Non è facile, ma sono orgoglioso di portare la bellezza del sud nella nebbia del nord. Ho sempre considerato Napoli una città centrale, universale a livello europeo. Molti altri hanno visto la città in modo provinciale. Io lavoro per vincere. Quando siamo arrivati in Serie A, il Napoli era alla posizione 550 dei club al mondo. Dopo due o tre anni eravamo tra le migliori venti squadre europee e oggi siamo ai quarti di Champions League. Non sono i titoli e il successo a coronare la gloria, ma il lavoro che si fa per raggiungerli”.