Per Georginio Wijnaldum la sfida di Europa League fra Roma e Feyenoord sarà una partita del cuore fra il suo presente in giallorosso e il suo passato biancorosso dove mosse i primi passi nel calcio che conta. Arrivato in estate alla corte di Josè Mourinho in prestito dal Paris Saint German, è a disposizione del tecnico portoghese a tutti gli effetti solo dallo scorso febbraio a causa della frattura della tibia destra lo scorso 21 agosto. Ha ritrovato la forma migliore e adesso vuole imporsi anche alla Roma sperando nel riscatto del club di Trigoria.
Georginio Wijnaldum Roma Feyenoord
Se in campionato si deciderà tutto nelle prossime nove giornate con i giallorossi in piena corsa Champions, giovedì in Olanda ci sarà la gara di andata dei quarti di finale di Europa League al de Kuip di Rotterdam. Tante le polemiche per il divieto di trasferta per entrambe le tifoserie, come se si fosse già giocata una partita fuori dal campo terminata, purtroppo, in parità.
“A Roma non hanno reagito con grande entusiasmo. Hanno vinto la finale di Conference League, ma tutti sanno che il Feyenoord vuole vendicarsi. Inoltre, c’è quella storia del 2015 quando le cose non sono andate bene nel centro della città prima della partita. Questo ha attirato di nuovo l’attenzione. Anche il sindaco non voleva più tifosi del Feyenoord nella sua città. Saranno comunque due duelli speciali. Al de Kuip, perché certamente le partite serali sono molto speciali in quello stadio, ma anche il ritorno a Roma, all’Olimpico. È tutto esaurito da settimane. Ho parlato con Strootman e mi ha detto che molto spesso in passato non era così, però in questa stagione il nostro stadio è regolarmente pieno”.
L’avversario si è qualificato primo nel girone eliminando la Lazio e con un cammino senza sbavature negli ottavi di finale contro lo Shakhtar Donetsk rifilandogli un sonoro 7-1 nella gara di ritorno fra le mura amiche.
“Sono sincero, guardo pochissime partite di calcio. Non l’ho mai fatto, ma, ovviamente, mi sono informato su quanto sta facendo bene il Feyenoord. Ho visto il primo tempo contro l’Ajax, davvero bello. Naturalmente spero che vincano l’Eredivisie e che continuino così perché anche loro sono in un’ottima posizione”.
Il precedente dello scorso maggio in Conference League pone la Roma come favorita in questo doppio confronto, rispetto a quella gara i giallorossi si sono rafforzati grazie all’arrivo proprio di Wijnaldum ma anche di Dybala e Matic. Il Feyenoord invece è cambiato molto rispetto alla scorsa stagione, diversi giocatori hanno cambiato casacca con Arne Slot che ha saputo plasmare un organico competitivo al comando del campionato olandese.
“Quello che conta in partite come queste è: come ci si presenta come squadra. Il Feyenoord ha già dimostrato di saperci arrivare bene a queste sfide, ma anche la Roma è davvero squadra, soprattutto nelle partite importanti contro avversari forti. José Mourinho è venuto da me subito dopo il sorteggio, sapeva ovviamente che avevo giocato nel Feyenoord, ma non ho saputo dargli nessun consiglio. Non ho visto giocare il Feyenoord abbastanza per farlo. O meglio, non ho seguito il club abbastanza intensamente. Quello che ho potuto dire a Mourinho però è cosa ci si può aspettare quando si gioca in un de Kuip pieno. È una cosa speciale. Anche se per me questa è anche la prima partita serale contro il Feyenoord a Rotterdam. Mourinho è molto bravo ad analizzare le squadre, quindi riuscirà a prepararla anche senza consigli da parte mia”.
Fare bene con la Roma significa anche tornare protagonista con la maglia della nazionale, l’infortunio non gli ha permesso di partecipare alla kermesse di Qatar 2022 ma ora è tornato titolare anche con gli Orange di cui è il capitano.
“Recupero bene dopo le partite, ma devo ancora giocare altre partite per essere completamente in forma. È normale dopo un lungo infortunio. A volte dimentico che sono rientrato da poco, in mezzo poi ci sono state due partite internazionali. È ovvio che anche lì si deve fare risultato. Koeman è stato duro con noi dopo la partita persa contro la Francia, ma anche dopo la vittoria con Gibilterra. Giustamente, il modo in cui abbiamo perso contro la Francia è stato davvero infantile. Koeman lascia libertà ai giocatori, ma dice le cose come stanno. Lo stesso vale per Mourinho. Le cose sono un po’ più rilassanti con loro che, ad esempio, con Van Gaal. Finché anche questi allenatori non sentono di essere al top, allora sono duri. Soprattutto nelle discussioni post-partita con i filmati. Ho avuto contatti con Mourinho molto spesso durante la riabilitazione dopo la frattura della gamba, ma come allenatore l’ho conosciuto solo per poco tempo. Posso comunque già elogiarlo”.