I mitocondri potrebbero contenere la chiave per la cura del morbo dell’Alzheimer. Il lavoro di ricerca degli ultimi anni avrebbe individuato un ruolo importante di questi elementi che risiedono nel nostro organismo e sono la fonte primaria di energia.
Cosa sono i mitocondri e come agirebbero sull’Alzheimer
Uno studio recente ha dimostrato che i mitocondri potrebbero essere una delle chiavi di svolta nella ricerca della cura contro l’Alzheimer.
I mitocondri sono degli organi cellulari a forma di bastoncello o di filamento, e risiedono in numero variabile nel citoplasma delle cellule, sede delle reazioni di respirazione e produzione di energia della cellula. Energia è la parola chiave di questa scoperta. Sembra per l’appunto che i mitocondri siano importanti nella ricerca contro l’Alzheimer perché andrebbero a ridare energia a quelle cellule invecchiate dalla malattia. Essendo più giovani e più efficienti, darebbero nuova linfa al sistema energetico umano.
Il Professor Giacomo Koch, specializzato in Neuroscienze e Riabilitazione, dell’università di Ferrara e Direttore Laboratorio di Neuropsicofisiologia Sperimentale dell’istituto di ricerca del Santa Lucia di Roma, ha parlato dell’emergenza di questa malattia degenerativa molto importante: l’Alzheimer. Il cambiamento sta arrivando dal fatto che si usano dei nuovi bio marcatori. L’importanza di questi elementi è data dal fatto che permettono di fare diagnosi con maggiore precisione, definendo livelli di sostanze che individuano la malattia. Queste sostanze sono la proteina Tau e la sostanza miloide. È in questo modo che si riesce a prevenire lo sviluppo della malattia, dando una diagnosi precoce e prima ancora che la malattia si sviluppi.
Ancora non c’è la cura definitiva, ma la ricerca lavora e fa passi da gigante. “C’è uno sforzo enorme da parte della ricerca che si sta protraendo da dieci anni – analizza il Professore – Stanno arrivando i primi risultati. Questa è la buona notizia, soprattutto per gli studi che erano partiti prima e che interessano la sostanza miloide. È importante sapere che sono numerosi i target terapeutici che si stanno valutando e ci sono indicazioni positive anche su altri bersagli. Il futuro non sarà solo di un singolo magic ballet, ma ci sarà una combinazione di farmaci che aggredendo la malattia da diverse angolazioni potranno dare un risultato maggiore.”
L’importanza delle famiglie dei pazienti affetti da Alzheimer
Non bisogna dimenticare che dietro ad un paziente con l’Alzheimer c’è sempre una famiglia in difficoltà e che subisce dei traumi psicologici dai quali è difficile riprendersi. Le strutture che ospitano i pazienti affetti da questa malattia sono tante, ma spesso inaccessibili. Così diverse famiglie iniziano a cedere sotto il peso dei sintomi di un malato di Alzheimer. Com’è possibile aiutare le famiglie in queste condizioni? “Le famiglie hanno un ruolo fondamentale e anche un grande carico – continua Koch e offre suggerimenti – I Car Giver hanno il compito di accompagnare i pazienti nel percorso della loro malattia. Sappiamo che con delle indicazioni molto precise e semplici riguardo lo stile di vita dei pazienti è possibile fare molto per la qualità della vita dei pazienti e dei Car Giver in maniera indiretta. In particolar modo le raccomandazioni sono: svolgere attività fisica, seguire un’alimentazione sana e corretta, svolgere un’attività mentale ma soprattutto una vita per quanto possibile di relazioni e sociale. A questo riguardo è importante sottolineare quanto sia importante avere sul territorio delle strutture che possano servire questi servizi perché non tutto il carico deve gravare sulle spalle delle famiglie.”