Ormai la politica sembra diventata il gioco dello scarica barile. È sempre colpa di quello che c’era prima, dell’amico – poi diventato nemico – o dell’altro. Prendete ad esempio la querelle Azione-Italia Viva, un matrimonio nato già zombie. La giornata di mercoledì 11 aprile con molta probabilità sarà ricordata, dagli addetti ai lavori, come il giorno in cui Carlo e Matteo hanno iniziato a dirsi ciao. Maria Elena Boschi crede che sia ormai arrivato il momento del divorzio tra Azione e Italia Viva, anche se nessuno se lo aspettava. Nessuno si aspettava che Calenda cambiasse idea damblèe. E Matteo Renzi non c’entra nulla, perché “si è messo da parte con umiltà”.

“Nessuno si capacita del perché Calenda abbia cambiato idea, all’improvviso”, dice Boschi in una intervista al Corriere della Sera, rispondendo in qualche modo a Calenda che – in un’altra intervista, beninteso – compare sulle colonne del quotidiano di via Solferino.

Il nodo della questione è lo scioglimento di Italia Viva che Renzi non vuole avviare, sostiene Calenda. Ma Boschi sostiene che i due partiti del Terzo polo si sciolgono solo se si fa il “congresso per il partito unico“, altrimenti nada (leggi “federazione”). E sbotta: “non parliamo di statuti, ma di politica“. Anche se, generalmente, lo statuto rispecchia un po’ la politica che poi si vorrà attuare.

Azione-Italia Viva, Boschi: “Renzi non c’entra nulla”

Dalle parole della Boschi, obiettivamente, emerge una accondiscendenza di Italia Viva nei confronti di Calenda. Sono pronti assecondarlo in tutto, per quanto riguarda la formazione del nuovo Terzo Polo. Dice la Boschi al Corriere:

“Renzi stavolta non c’entra niente. Si è messo da parte con umiltà, caratteristica che pure non è la più renziana. Ma oltre che fargli fare un passo indietro cosa puoi chiedere a Renzi? Calenda deve mettersi d’accordo su che cosa vuole: se è il congresso democratico, lo avrà. Se vuole una federazione, l’avrà. Se vuole far saltare tutto, nessuno potrà fermarlo. Ma agli occhi degli elettori il responsabile sarà soltanto lui»

Crolla anche l’ipotesi che due galli non possono stare nello stesso pollaio, visto che la fedelissima renziana ammette che il Matteo di Firenze non c’entra nulla. E allora, non è che la gente inizierà a pensare che anche Calenda voglia un giornale?