Alea iacta est, il dado è tratto. In una conferenza stampa presso l’hotel “Il Cavalier d’Arpino”, Vittorio Sgarbi ha rimosso le esitazioni di queste ultime settimane e ha dichiarato che sarà candidato sindaco alle prossime elezioni comunali del 14 e 15 maggio, ad Arpino, la città di Caio Mario e Cicerone, di Giuseppe Cesari e Mastroianni.

Vittorio Sgarbi candidato sindaco ad Arpino

I motivi di questa decisione si legano a ragioni diverse: per un verso a contrasti politici, all’interno del Centro-Destra, nati a Sutri dove Sgarbi è stato sindaco nel precedente mandato e, almeno a suo dire, dall’attrattiva e dall’accoglienza ricevuta ad Arpino. Qui l’ing. Massimo Sera, attuale vice-sindaco e fino a ieri candidato a sindaco di una lista che raccoglieva in buona parte l’eredità della precedente giunta, ha deciso di “fare un passo indietro”. Non solo, l’ing. Sera sarà candidato a vice-sindaco della “Lista Sgarbi”, o meglio “Ministro dell’Interno” del prossimo governo cittadino. Almeno negli auspici dello Storico dell’Arte, che è stato assai chiaro ed onesto nel presentare le sue scelte: “Vorrei fare il sindaco di Arpino soprattutto per rappresentare questa importante realtà storica, artistica e culturale a livello nazionale e non solo, una sorta di ‘Ministro degli Esteri’, mentre Massimo Sera sarà il ‘Ministro degli Interni’ che dovrà coordinare il lavoro sul campo“.

La candidatura di Sgarbi ha provocato un piccolo tsunami nella compassata vita della provincia ciociara, ma pure a livello dei media e della politica nazionali. Gli equilibri politici locali, già assai precari, sembrano del tutto compromessi da questa ingombrante nuova candidatura. Dovremo aspettare ancora qualche giorno per capire le parti in lizza, ma al momento gli schieramenti in campo sembrano essere quattro: una lista di Forza Italia guidata dal Presidente della giunta provinciale, l’ing. Gianluca Quadrini, esponente della stessa area politica e governativa di Sgarbi e due liste guidate da ex membri della precedente giunta, l’ing. Andrea Chietini e l’avv. Casinelli, con componenti di varia provenienza, per lo più di Centro-Destra. Il tutto risulta ancor più interessante o, se si preferisce, confuso se consideriamo che la precedente giunta, guidata dall’avv. Renato Rea, era prevalentemente di area PD.

Le reazioni

Quali sono state le reazioni degli Arpinati? Non è semplice capirlo: ci sono due categorie principali, gli schierati e gli altri. Candidati e relativi collegati dei tre schieramenti alternativi hanno visto come un pugno nell’occhio la discesa in campo di Vittorio Sgarbi; non li ha certo rallegrati che le elezioni comunali di Arpino dalle cronache locali e dalla stampa di provincia siano assurte agli scenari nazionali. Sgarbi viene descritto come un marziano catapultato da un altro pianeta in una terra che non gli appartiene, con mire di conquista e l’intento di mettere in ombra le competenze locali. Rappresentato come un personaggio assetato di potere che vorrebbe aggiungere un altro fregio al suo palmares, quasi che parlassimo di NYC e non di Arpino e che Sgarbi non fosse, fra le altre cose, Vice-Ministro alla Cultura, ma comandante dei Vigili di un comune del Parco Nazionale d’Abbruzzo. Con una logica opposta, ma collegata, si ricordano i suoi molti incarichi politici, amministrativi ed in ambito artistico-culturale; impegni che di fatto impedirebbero a Sgarbi un reale e proficuo coinvolgimento nella gestione degli affari arpinati.

Dall’altra parte ci sono quanti, non pochi, hanno accolto Vittori Sgarbi come una preziosa possibilità di rilanciare Arpino in settori vitali e congeniali a questa millenaria realtà: il turismo e la promozione in campo artistico, archeologico e culturale, settori nei quali Arpino è seconda a poche realtà nel Lazio. Nella sola  acropoli di Civita Vecchia, ci sono vestigia che abbracciano 2500 anni di storia, dall’VIII°secolo a.C. al XVIII° secolo. Questi Arpinati hanno offerto uno spazio politico a Sgarbi, cioè la lista guidata da Massimo Sera, che si lega sul piano politico e della continuità alla precedente giunta guidata dall’Avv. Renato Rea.

Poi ci sono tutti gli altri, i non coinvolti direttamente, per quanto sia possibile in una realtà di 6700 abitanti. Pochi sono disposti a prender partito in modo esplicito: tutti hanno un parente, un familiare, un amico impegnato, oppure fanno parte di un’associazione, un circolo, un partito politico a cui render conto. Ma poi, in camera caritatis, spesso si lasciano sfuggire: “Ben venga Sgarbi, una ventata di aria fresca, nuove energie, nuovi entusiasmi, è ora di uscire dal letargo”.

Fra qualche giorno si presenteranno le liste dei diversi candidati sindaci, ma un dato sembra chiaro sin da ora: sarà una competizione fra Sgarbi e due o tre anti-Sgarbi. Ne riparleremo.

Enrico Ferri, arpinate e professore di Filosofia del Diritto all’Unicusano

Per gentile concessione della Pro Loco di Arpino