Pensione anticipata, il Documento di economia e finanza allontana quota 41. Si riducono le possibilità che la misura possa essere adottata nella legge di Bilancio 2024 per agevolare le uscite con 41 anni di contributi senza tener conto dell’età di pensionamento e di altri fattori. Tuttavia, una nuova misura ponte dovrà essere adottata in autunno, dal momento che quota 103 terminerà la sua sperimentazione il 31 dicembre prossimo. Almeno per il momento, quota 41 per tutti diventa un obiettivo della seconda metà della legislatura del governo guidato da Giorgia Meloni, se non di fine quinquennio. L’esecutivo impegnerà le risorse soprattutto per il sostegno dei cittadini e delle imprese. Sulla riforma pensioni si pensa soprattutto a rivedere i requisiti di uscita di opzione donna e a stabilire nuove misure di ricambio generazionale con la partecipazione di imprese e datori di lavoro.
Pensione anticipata quota 41, quando si farà? Ecco l’ipotesi di allontanamento della misura di uscita anticipata
Si allontanano le pensioni a quota 41, la misura promessa in campagna elettorale soprattutto dalla Lega di Matteo Salvini e ora prossima a essere rimandata ulteriormente. Il Documento di economia e finanza approvato nel Consiglio dei ministri di Giorgia Meloni non lascerebbe molti dubbi: la misura, costosa per le stime fatte fino a questo momento, dovrà essere rimandata a vantaggio di interventi a sostegno di imprese e famiglie. E, in senso contrario, la spesa previdenziale dovrà essere abbassata, date le previsioni di uscita di 350 miliardi di euro nel 2025. Già Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, aveva smorzato le speranze sulla possibile adozione della misura dei 41 anni di contributi dal 2024. In un’intervista radiofonica aveva ammesso che “con pochi miliardi di euro a disposizione quota 41 non si può fare”.
Pensione anticipata quota 41, c’è la possibilità che nel 2024 possa essere confermata quota 103
Bisognerà, dunque, quantificare le risorse per capire quanto potrà spendere il governo di Giorgia Meloni per la riforma delle pensioni del 2024. Una misura ponte di uscita anticipata dovrà arrivare il prossimo autunno per sostituire quota 103, che andrà a scadenza il 31 dicembre 2023. Ma non è affatto escluso che il governo possa trovare conveniente il riproporre proprio la misura che consente di uscire con almeno 41 anni di contributi all’età minima di 62 anni. Il tutto si gioca sulle risorse, rese ancora più centellinate dal Documento di economia e finanza. Per quota 41 gli istituti previdenziali stimano una spesa di 9 miliardi di euro all’anno. Quota 103, invece, costa meno. In sede di adozione della Manovra 2024 potrebbe mettere d’accordo più parti e far convergere anche gli istituti specializzati in previdenza.
Riforma pensioni 2024, istituito l’Osservatorio del ministero del Lavoro: ecco a cosa serve
Qualcosa arriverà, tanto è vero che, dopo i primi incontri che si sono tenuti a febbraio al ministero del Lavoro alla presenza dei sindacati, il capo di Via Veneto, Marina Calderone, abbia deciso di istituire per decreto un Osservatorio della spesa previdenziale per studiare misure di pensione anticipata per il 2024. Per il momento, le ipotesi che si sono fatte alla presenza dei sindacati sono state quella di una riforma di opzione donna – con il possibile ripristino dei requisiti degli anni passati – e del ricambio generazionale. Ma l’obiettivo numero uno di Marina Calderone dovrà essere quello di trovare una soluzione flessibile di pensionamento anticipato, valutando le varie ipotesi con un monitoraggio puntuale della spesa previdenziale. Tra le ipotesi circolate, anche quella di una collaborazione di spesa che coinvolga le imprese e i datori di lavori. In altre parole, l’onere delle uscite anticipate non dovrà pesare solo sul bilancio statale.