Nove giornate al termine del campionato di Serie A. Il Napoli comanda con 16 punti di vantaggio sulla seconda in classifica ed è sempre più vicino a vincere quello scudetto tanto sognato dal popolo azzurro, che manca in città da ben 33 anni. La tifosa d’eccezione, Serena Autieri ha annunciato come le piacerebbe celebrare questa storica vittoria: “Vorrei fare un piccolo spogliarello e cantare allo Stadio Maradona”.

Serena Autieri: uno spogliarello per lo scudetto del Napoli

Non c’è più scaramanzia, non ci sono più tabù. Il Napoli e i napoletani sono pronti per festeggiare il terzo scudetto della loro storia. Mancano ancora 9 giornate per un campionato che si chiuderà il prossimo 6 giugno, ma se fino a qualche tempo fa in città si continuava ad evitare di dire a voce troppo alta la parola “tricolore”, da qualche settimana a questa parte il clima è cambiato. Bandiere ovunque, nastri colorati, murales e figurine enormi hanno tappezzato Napoli e dintorni. Non ci sono più scuse, non ci sono scongiuri da fare.

Spalletti con i suoi ragazzi è vicino al traguardo. Anche se per la matematica certezza bisognerà aspettare ancora qualche partita, con ben 16 punti di vantaggio sulla seconda in classifica, posizione al momento occupata dalla Lazio di Maurizio Sarri, il primo posto ha già un nome ben chiaro. Il Napoli è in un momento storico straordinario, e sta regalando una gioia unica a chi da ben 33 anni aspetta questo scudetto. Tra i tifosi accaniti della maglia azzurra, spicca anche Serena Autieri. L’attrice, nel corso di un’intervista rilasciata a Oggi, ha raccontato della sua passione per il calcio e di cosa è disposta a fare per festeggiare lo scudetto in maniera speciale.

“Dovrei chiedere a mio marito il permesso di fare un piccolo strip-tease. Di sicuro – ha aggiunto la showgirl – mi piacerebbe cantare allo stadio Maradona. Aprirei con ‘O sordato ‘nnammurat e chiuderei con Un giorno all’improvviso mi innamorai di te. Il canto è anche una preghiera, abbiamo pregato tanto perché la squadra arrivasse dov’è. Sarebbe un modo per ringraziare i giocatori, Spalletti, la città, De Laurentiis, che ha fatto un lavoro straordinario. Con il presidente ci sentiamo, abbiamo lavorato insieme, è una persona che adoro e stimo, prepareremo qualcosa”. Dopo Anna Falchi in occasione dello scudetto della Lazio nel 2000 e Sabrina Ferilli per quello della Roma l’anno successivo, anche Serena Autieri sarebbe quindi pronta a spogliarsi per il suo Napoli.

Ma i festeggiamenti, come già annunciato, dureranno giorni. E la Autieri ha intenzione di godersi ogni singolo momento: “L’ho già detto a mio marito Enrico e a mia figlia Giulia: sappiate che io devo stare a Napoli qualche giorno prima, e devo andare in giro avvolta nella bandiera, ai Quartieri, nel cuore di tutto, a piedi. Voglio mischiarmi alla città. Come quando vincemmo con Maradona l’ultima volta: avevo 14 anni, passai tutta la notte a fare i caroselli con papà, ma i ricordi si sono stinti”.

Un popolo verace quello napoletano, come sottolinea l’attrice: “Ai Quartieri c’è sempre una grande energia, la generosità è uno stile di vita. Però questa felicità senza timori di fregature non l’avevo mai vista. Il calcio a Napoli è ossigeno, la gente pensa: “Finalmente ci stann rann chell che c’ammeritamm”. Anzi, come dicono in Gomorra: “Ci ripigliamm tutt chell ch’è ‘o nuost”.

Il commento sui giocatori del Napoli

Una passione che la Autieri nutre sin da quando era bambina. Cresciuta con il mito di Maradona, ha risposto anche sui suoi idoli del momento: Adoro Osimhen – ha detto – e mi metterò la sua mascherina, sembra un supereroe, è come Robin Hood. Ha tolto ai soliti ricchi, per dare a noi che siamo milionari di umanità, ma miserelli nel palmarès. Però Maradona non lo supera nessuno: è il padre di tutto, è nell’albero genealogico della città”.

Guai però anche a dimenticare gli altri protagonisti indiscussi di questo scudetto. “Kvaratskhelia è un artista – ha aggiunto – poi ha questa andatura sghemba che mi fa impazzire, questa faccia da scugnizzo che sembra sbozzata a San Gregorio Armeno. Ho già detto ad Alessandro Siani che dovrebbe scritturarlo per un film. Il Mister, Luciano Spalletti è quello che serviva alla squadra e alla città: un uomo rigoroso, che sa quello che vuole, pieno di grinta. Ma anche lui è napoletano dentro, basta sentire le sue interviste. È come un Luciano De Crescenzo serioso: a Napoli se non sei un po’ filosofo non puoi sopravvivere. Infine non vorrei dimenticare Lobotka: io ho studiato architettura all’Università, lui è il nostro geometra e il nostro urbanista”.