È lite nel Terzo Polo. Tra Carlo Calenda e Matteo Renzi sono nati dei dissapori che, in poche ore, si sono trasformati in un vero e proprio scontro a distanza fatto di comunicati al vetriolo, dichiarazioni scottanti e veline giornalistiche. Ecco che la tenuta della federazione, quindi il tavolo di lavoro per la creazione del nuovo partito terzopolista, rischia già di saltare per via di una clamorosa rottura.

Lite nel Terzo Polo: cosa sta succedendo

I nervi diventano tesi quando siamo nella fase in cui i partiti che fanno riferimento a Calenda e Renzi, Azione ed Italia Viva, hanno iniziato a lavorare per il congresso di federazione. L’iter avrebbe dovuto portare allo scioglimento delle due forze politiche e, quindi, alla creazione di un nuovo soggetto politico. Un partito di centro, d’ispirazione liberale, repubblicana e riformista.

Il progetto rischia ora di naufragare ed uno dei motivi scatenati di questa situazione avrebbe a che fare con il nuovo incarico di Matteo Renzi che, da qualche giorno, è diventato il diretto del Riformista. Il leader di Italia Viva, quindi, approda nel mondo dell’informazione inteso in stricto sensu e questo avrebbe tormentato i pensieri di Calenda che ha richiamato l’ex Premier a non confondere politica e informazione. Molto più netto è stato Matteo Richetti, capogruppo alla Camera di Azione, che nelle scorse ora ha lanciato l’aut aut: “Deve decidere se fare politica o informazione. Quando mi telefona, Renzi mi parla del partito o mi intervista come direttore?”. Il dubbio potrebbe sciogliersi a risentire le parole che Renzi ha sempre espresso nelle settimane scorse: l’ex Premier, infatti, ha sempre fatto capire di voler fare un passo indietro politicamente. Confermando, quindi, di non essere intenzionato a concorrere per la leadership del futuro partito già terzopolista. Ma è chiaro che finché rimane nel giro dell’agone politico il rischio che possa ripensarci o, peggio, agire politicamente sotto mentite spoglie, è dietro l’angolo. Almeno finché rimane – com’è allo stato attuale – presidente di un partito: Italia Viva. Da Richetti, quindi di Azione, non arriva nessun nein ad un ruolo politico di Renzi – anche rilevante – purché questo non si confonda in una zona di grigio che insiste pure in un incarico nel settore dell’informazione. Così il capogruppo:

Chi vuole sfidare Carlo Calenda per la leadership è il benvenuto. Prima di definire le caratteristiche della leadership, dico che la leadership l’abbiamo introdotta e scritta nel simbolo. Quella leadership la sosteniamo con forza- Il Terzo Polo è forte se ha un progetto chiaro per tutti. Carlo Calenda correrà supportato da tutti noi. Credo che siano gli iscritti a decidere. Lo dico anche rispetto a quello che ha fatto Schlein. Da noi decideranno gli iscritti.

Molto dura è stata anche Mara Carfagna. La Presidente di Azione ha commentato:

Nel momento in cui il dibattito sul futuro partito unico dovrebbe concentrarsi su contenuti e regole, da Italia Viva arrivano sorprendenti attacchi personali all’indirizzo di Carlo Calenda. E purtroppo non è la prima volta che succede. Sarebbe indubbiamente più saggio abbassare i toni e accelerare verso la costruzione di quel polo liberale, moderato e riformista a cui stiamo lavorando insieme da tempo.

La risposta di Italia Viva

A litigare sono Renzi e Calenda. Ma a farlo pubblicamente sono altri esponenti dei due partiti. Per Italia Viva, ad esempio, è intervenuto Ivan Scalfarotto. Il quale, in risposta al collega di Azione, ha detto:

Leggiamo che Richetti ha dubbi sulle scelte di Renzi. Prima gli chiedono il passo indietro, poi non sono convinti. Fortunatamente con il 10 giugno parte il congresso del partito unico e tutti i dubbi saranno sciolti nel fisiologico gioco democratico.

Renzi convoca i suoi incertezze e tatticismi

La risposta di Scalfarotto, già proiettata al congresso che verrà, non placa i timori di Azione. Fonti del partito, infatti, lamentano il perdurare di “insopportabili tatticismi” da parte di Matteo Renzi. L’ex Sindaco di Firenze è un politico scaltro ed abile, e in Azione lo sanno. Motivo per cui questo suo agire a metà, aggravato dall’incarico appena ottenuto in un quotidiano nazionale, preoccupa. Calenda non ha mancato di farlo notare e tra i due, che di certo non difettano di irascibilità politica, sarebbero sorte grossolane frizioni. Non sappiamo se tutto questo porterà alla definitiva rottura della federazione e, quindi, all’impossibilità di far nascere il nuovo partito. Certo che al congresso del Terzo Polo, che sarebbe dovuto iniziare a giugno, ci si sta avviando nel peggiore dei modi. I renziani, intanto, fanno finta di nulla e guardano avanti:

Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi.

Guarda avanti anche Matteo Renzi che stasera, alle 21 e 30, riunrità parlamentari e dirigenti di Italia Viva. La si terrà nella sala della ex commissione Difesa del Senato. Una convocazione straordinaria attraverso la quale, evidentemente, cercherà di rimettere ordine dopo le incertezze delle ultime ore.