La vicenda di Andrea Papi, appassionato di running ucciso da un orso, continua a far discutere. I poli contrapposti sono due, chi chiede la salvaguardia dell’animale e chi ne invoca l’abbattimento, con le due parti che diventano delle vere e proprie fazioni. La situazione ha scosso la popolazione trentina e i comuni della Val di Sole, con la vicenda dell’orso che adesso apre a molti interrogativi di vario tipo, dalla tutela della salute dell’animale all’habitat.
Nel frattempo si attende in giornata per quanto riguarda gli esiti dell’esame del Dna. L’obiettivo, attraverso questi esami, è quello di arrivare al nome in codice dell’orso bruno. Lo scorso mercoledì, nello scenario dei boschi di Caldes in Trentino, ha aperto nuovi scenari per la famiglia del runner. La mamma del giovane, attraverso una lettera, ha sottolineato la sua rabbia e tutta l’indignazione per le mosse delle autorità preposte. Nel difficile contesto si inseriscono anche le associazioni animaliste e ambientaliste pronte a presentare esposti presso la Procura di Trento.
Gli esposti saranno presentati a seguito della decisione dell’esecutivo trentino, guidato da Maurizio Fugatti. Il parere della discordia arriva con l’ordinanza di abbattimento per l’orso aggressore, che non dovrebbe tuttavia essere l’unica. A seguito di quanto accaduto ne dovrebbero, nelle prossime ore, arrivare altre tre per quanto riguarda altri orsi considerati problematici nella zona dove è stato colpito il giovane Andrea Papi. Le scelte dell’esecutivo trentino, tuttavia, continuano a far discutere.
Uomo ucciso dall’orso in Val di Sole
Per l’uomo ucciso dall’orso, in tutti i comuni della Val di Sole, sarà lutto cittadino. Saranno coinvolti non solo i luoghi e le persone che abitano la zona dell’assalto, ma anche i paesini limitrofi. Per quanto riguarda la zona dei boschi dove è avvenuta l’aggressione, dove solitamente girano o passeggiano circa una ventina di orsi, i forestali provinciali trentini stanno svolgendo attività di monitoraggio nell’aria di 800 ettari tra Dimaro e Mostizzolo lungo la destra orografica del fiume Noce.
In queste ore si studia un metodo per fermare l’orso e per catturarlo, in modo tale da poter procedere all’abbattimento. Tra i metodi per catturare l’orso ce n’è uno particolare, quello della trappola a tubo. L’animale entra in tubo a doppia entrata, c’è un’esca dove si trova il cibo, e poi le porte si chiudono. Dalle aperture, laterale o superiore, viene fatta l’iniezione della sedazione. Nella squadra c’è un veterinario che stabilisce la dose del sonnifero e con quale potenza deve essere inserita la siringa.