Nomine partecipate di Stato: si avvicina il termine per scegliere i top manager che guideranno Eni, Enel, Leonardo, Poste e Terna. Per la decisione finale mancano alcuni giorni, ma già oggi si terrà un Consiglio dei Ministri sul tema. La nomina dei vertici delle società partecipate di Stato ha un carattere altamente strategico per stabilire i futuri indirizzi politici ed economici del Paese. Ma non solo: il processo di nomina è anche una sorta di test dei rapporti di forza all’interno della maggioranza. Proprio per questo la volontà della premier Giorgia Meloni di imporre le nomine di tutti e cinque gli amministratori delegati delle più importanti partecipate sta creando non poche tensioni all’interno della maggioranza.
Nomine partecipate di Stato: Giorgia Meloni decisa a imporre le nomine di Enel, Eni, Leonardo, Poste e Terna
La partita sulle nomine partecipate di Stato si avvia alla chiusura. La trattativa è, come è noto, in corso da mesi. Le nomine dei vertici delle cinque più grandi e importanti partecipate di Stato (Eni, Enel, Poste, Terna e Leonardo) ha infatti valore altamente strategico è infatti cruciale per le future strategie economiche del Paese. Il processo decisionale è saldamente nelle mani di Giorgia Meloni, dimostratasi, sul tema, poco incline alla mediazione con le altre forze di Governo.
In questi mesi la premier ha più volte richiesto agli alleati indicazioni su manager di alto profilo, salvo poi decidere di procedere da sola nella scelta finale. Il decisionismo della presidente del Consiglio ha provocato non pochi malumori nella maggioranza. Il riferimento, in particolare, è alla Lega di Matteo Salvini, che ha chiesto ma non ha ottenuto di poter nominare almeno un amministratore delegato delle cinque big di Stato. Sulla nomina dell’amministratore delegato di Leonardo, inoltre, si è consumato un sottile scontro tra Meloni e Crosetto, fedelissimo della premier e ministro della Difesa.
Vediamo quali sono, allora, i nomi in pole position per le nomine dei vertici delle partecipate di Stato.
Per quanto riguarda Eni, la certezza della riconferma di Claudio Descalzi come amministratore delegato non ha mai vacillato in questi mesi. Proprio per questa ragione i leghisti Salvini e Giorgetti vorrebbero ottenere, almeno, la presidenza del colosso energetico. Il nome proposto dalla Lega per la presidenza e le opzioni sul tavolo sono però un’incognita.
Per quanto riguarda Enel, la premier Meloni è decisa a imporre il nome di Stefano Donnarumma come nuovo ad in sostituzione di Francesco Starace. La possibile nomina di Donnarumma non è però particolarmente gradita da Salvini. Per la presidenza di Enel attualmente circola, invece, il nome di Luciano Carta. Un nome diverso, dunque, da quello per cui Berlusconi – tramite la mediazione di Gianni Letta – si è particolarmente speso. Forza Italia gradirebbe, infatti, che fosse Paolo Scaroni il nuovo presidente di Enel. Questa ipotesi è tuttavia stata già rigettata dalla Meloni.
Per quanto riguarda Poste, anche la conferma di Matteo Del Fante è data come certa da mesi. Anche in questo caso l’indicazione è arrivata direttamente dalla presidente del Consiglio.
Su Leonardo si è giocata invece la partita interna a Fratelli d’Italia. La premier Giorgia Meloni ha scelto infatti Roberto Cingolani, ex ministro dell’esecutivo Draghi, come nuovo amministratore delegato. A nulla è dunque servito il pressing di questi mesi da parte di Guido Crosetto, ministro della Difesa e fedelissimo della premier che aveva chiesto a più riprese la nomina di Lorenzo Mariani.
Su Terna, infine, la premier Giorgia Meloni vuole vincere la sfida già annunciata: una donna alla guida di una società pubblica quotata in Borsa. Il nome della prima amministratrice delegata di una società di Stato dovrebbe essere quindi quello di Giuseppina di Foggia, ceo di Nokia Italia.