È stata accusata di abbandono di minore e per aver lasciato incustodita un’arma carica, la mamma del bimbo di 6 anni che lo scorso gennaio ha sparato alla maestra in una scuola di Newport. A riportarlo è l’Ansa, che cita fonti locali. L’insegnante colpita avrebbe intanto chiesto un risarcimento di 40 milioni di dollari per le lesioni riportate in seguito all’aggressione, accusando i funzionari scolastici di negligenza: il bimbo, affetto da una grave disabilità e noto per i suoi comportamenti violenti, avrebbe avuto bisogno di un supporto continuo, ma quel giorno ne era stato privato.

Bimbo spara alla maestra in America: accusata la madre

I fatti risalgono allo scorso 6 gennaio. Secondo quanto ricostruito finora, il bimbo di prima elementare avrebbe portato con sé un’arma regolarmente detenuta dalla madre, una pistola Taurus da 9mm, facendo fuoco all’improvviso sull’insegnante, la 25enne Abigail “Abby” Zwerner. “Pensavo di morire”, avrebbe raccontato la donna. Una volta soccorsa, era stata accompagnata presso il più vicino ospedale, subendo ben quattro operazioni. Dimessa dopo un ricovero di due settimane, aveva deciso di intentare una causa civile contro i funzionari scolastici, chiedendo 40 milioni di dollari di risarcimento danni per le gravi ferite riportate alla mano e al torace in seguito all’aggressione subìta.

L’insegnante sostiene che la scuola, la Richneck Elementary School di Newport News, in Virginia, sia responsabile di negligenza per aver ignorato dei segnali negativi provenienti dal bambino che, già all’asilo, avrebbe “strangolato e quasi soffocato” una maestra, scagliandosi più volte anche contro i suoi compagni. Il seienne sarebbe infatti affetto da una disabilità acuta, necessitando il supporto dei genitori anche a scuola. Supporto che, il giorno dell’aggressione alla maestra, gli era stato negato. Per questo la madre del bimbo è stata ora accusata del reato di abbandono di minore e di aver lasciato incustodita “incautamente un’arma carica, mettendo così in pericolo un bambino”.

A riportarlo è l’Ansa, che cita le dichiarazioni del procuratore della Virginia, Howard Gwynn. Lo stesso, qualche giorno dopo i fatti, aveva fatto sapere che contro il bambino non sarebbe stata mossa alcuna accusa. A pagare al suo posto sarà la madre. Il legale che la sostiene, l’avvocato James Ellenson, ha dichiarato che la sua cliente “si costituirà entro la fine di questa settimana”.

Si fa preoccupante il numero delle sparatorie negli Stati Uniti

Secondo i dati diffusi dal Gun Violence Archive, che definisce “sparatorie di massa” quelle con almeno quattro persone colpite, escludendo chi ha aperto il fuoco, dall’inizio del 2023 gli Stati Uniti avrebbero già superato quota 100. E le persone morte dopo essere state colpite da armi da fuoco sarebbro a migliaia. Una situazione che non accenna a migliorare e che preoccupa Joe Biden, che più volte, in questi mesi, è tornato sulla necessità di una massiccia riforma sulla vendita e l’uso delle armi, onde evitare questo tipo di stragi.

Dopo una delle ultime sparatorie, avvenuta in una scuola privata cristiana di Nashville da parte di un’ex studentessa, la 28enne Audrey Hale, che aveva aperto il fuoco dopo aver fatto irruzione dalle porte laterali dell’edificio, uccidendo tre bambini di nove anni e tre adulti, il Presidente americano aveva chiesto espressamente al Congresso di vietare le armi d’assalto. I suoi appelli, per il momento, restano inascoltati. L’ultimo episodio in ordine di tempo risale a ieri, 10 aprile: a Louisville, in Kentucky, un uomo avrebbe fatto irruzione in una banca, aprendo il fuoco contro gli avventori dell’esercizio. Sarebbe di 6 morti e almeno 8 feriti il bilancio delle ultime ore. Secondo quanto ricostruito dalle autorità locali, il responsabile, ex impiegato dell’azienda, avrebbe compiuto l’estremo gesto non sopportando di esserne stato licenziato.