L’increscioso episodio si è verificato in Sardegna, a Lunamatrona. Nel corso dei festeggiamenti della ricorrenza pasquale. Ubriachi, due trentenni si sono avvicinati a una donna che aveva collaborato all’organizzazione. L’attrice molestata con una proposta indecente ha racconto nel dettaglio quanto accaduto proprio durante la celebrazione di una festa di Paese. Comprensibilmente è infatti rimasta scossa e amareggiata dalla normalità con la quale il tutto si sia verificato. Per farlo ha utilizzato la nota piattaforma social, in un post che ha riscosso molto seguito in breve tempo.

L’attrice molestata con proposta indecente racconta quanto accaduto a Lunamatrona

I due uomini l’hanno importunata e molestata proponendole una volgare richiesta di sesso, a pagamento. Vanessa Aroff Podda, questo il nome dell’attrice, regista e scrittrice sarda, ha asserito di sentirsi avvilita dopo tale situazione. In seguito ha infatti detto di essere tornata a casa con il dolore di vedere il patriarcato sempre più vivo e forte, sempre più deciso a non smuoversi dal suo trono. Di seguito il racconto della donna, in un post diventato virale su Facebook, relativo alla proposta di due compaesani ubriachi che le si sono avvicinati e chiedendole di prestarsi ad atti sessuali, con ognuno di loro, per 25 euro. L’episodio è accaduto a poca distanza di tempo da quello che ha visto un infermiere di 67anni abusare di una paziente in un ospedale abruzzese.
   

Lo sfogo su Facebook di Vanessa Aroff Podda

“Ieri al paese mio c’è stata una festa, l’ha organizzata una mia amica e ho dato una mano pure io. Eravamo nella sede dell’ex glorioso cinema Tre Campane, quello dove a 16 anni ho visto “Le onde del destino” di Lars Von Triar e “Trainspotting”. Io stavo alla cassa, con l’anima gitana e i rosari. Noi che siamo cresciute nei paesi sappiamo bene che quando il livello alcolico sale non è sempre sicurissimo stare, perché i maschi degenerano e se prima il privilegio maschile è nascosto da una nebbia artefatta di calma apparente, dopo, le maschere cadono e la misoginia, la cultura predatoria e dello stupro divampa senza censura. E così è capitato ieri, a me. Se due ragazzi di 30 anni si permettono di rivolgersi in questo modo significa che si sentono in diritto di poterlo fare, si sentono difesi dalla società a cui appartengono (che farebbe passare la cosa come un atto di goliardia, di burla da ubriachi). I figli rispettabili, quelli ben vestiti, i famosi bravi ragazzi. Non lasciamo che queste cose passino in sordina. Non sono scherzi, non è un gioco se si diverte solo una parte. Ma la cosa che mi fa più male”, conclude, “è essermi pure sgridata per non aver avuto una reazione più violenta, ‘Vanessa, non ti sei difesa abbastanza’, si, perché anche questo ci diciamo, anche questo dobbiamo sopportare”.