La madre di Andrea Papi, il runner di 26 anni ucciso da un orso in Trentino, sfoga tutta la sua rabbia per la morte di suo figlio in una lettera rivolta alle autorità che giudica responsabili della tragedia.

La madre del runner ucciso da un orso accusa: “Non è stata garantita la sicurezza della popolazione”

Caldes Trentino, orso ha ucciso runner? Tracce di sangue e lotta
Andrea Papi, 26 anni, in una foto tratta dal suo profilo Facebook.

Non si placano le polemiche dopo la morte di Andrea Papi, avvenuta lo scorso 6 aprile. A sfogare la sua rabbia e tutto il suo dolore è, adesso, la madre del runner ucciso da un orso nei boschi di Caldes in Val di Sole in Trentino.

In una lettera rivolta alle autorità, Franca Ghirardini punta il dito nei confronti delle istituzioni, ritenute responsabili della tragedia. “Siamo arrabbiati e indignati”, scrive la donna che poi accusa “il sistema” di non aver fatto nulla per prevenire la morte “annunciata” di suo figlio.

“Eravamo a conoscenza dei fatti accaduti nel tempo, ma non ci sono stati grandi interventi per garantire la sicurezza della popolazione“.

La donna aggiunge che lei e i suoi familiari non riescono a capacitarsi e a farsi una ragione di quanto accaduto, per poi ricordare come suo figlio amasse e rispettasse quel territorio e la natura: “Le sue traversate erano la sua vita”.

La richiesta di giustizia e dignità

La rabbia e la sofferenza della donna non sono state, a quanto pare, placate dalla decisione di abbattere l’animale responsabile della morte di suo figlio, insieme ad altri esemplari ritenuti ‘problematici’. La madre del runner chiede, infatti, il sostegno delle popolazioni e delle amministrazioni che vivono in quei territori. L’appello è a non dimenticare quanto avvenuto, in una battaglia per restituire “dignità e giustizia” a suo figlio.

Infine, la lettera resa pubblica attraverso gli avvocati Maura Cravotto e Marcello Paiar, si conclude con i ringraziamenti per il ritrovamento del ragazzo, rivolti ai vigili del fuoco, al soccorso alpino e speleologico, agli operatori e alle autorità comunali, per finire con tutti i volontari che si sono attivati nella ricerca.