In Sicilia, fa discutere la storia di Maurizio Puccio, lavoratore disabile che dopo aver chiesto la proroga dello smart working si è ritrovato ad affrontare uno scenario davvero inaspettato. L’uomo aveva espresso la sua richiesta in virtù di una disabilità certificata al 100% ed essendo ormai giunto agli ultimi due anni di lavoro prima del pensionamento, riteneva fosse opportuno continuare a svolgere in modalità agile le sue mansioni.

Al contrario, il signor Puccio è stato inizialmente reinserito nel suo ufficio dove lavora come responsabile dell’Urp dell’ex Provincia ma le sue insistenze hanno portato ad alcuni cambiamenti, purtroppo negativi. L’uomo si è infatti rivolto sia al presidente Mattarella e poi all’ispettorato del lavoro; ecco il suo racconto:

Per avere il rinnovo del lavoro da casa l’amministrazione mi chiede quindi di fare le visite mediche che certificano le condizioni precarie del mio stato di salute. Nonostante questo mi viene negato lo smart.

Tuttavia, la risposta alle sue richieste non porta ad alcun vantaggio:

Mi hanno fatto rientrare in ufficio e non mi hanno concesso neanche i dispositivi di protezione fino al giorno che lo stress e l’ansia per quello che accadeva mi hanno fatto star male a lavoro.

Sicilia, il caso del disabile in smart working: “Mi hanno demansionato”

Gli effetti delle richieste di Maurizio Puccio hanno generato delle conseguenze addirittura più gravi di quanto previsto. All’uomo è infatti stato approvata la proroga di smart working ma solo per qualche mese imponendogli poi il rientro in una sede diversa da quella d’origine, ossia ad Agrigento, distante circa 65km da casa sua.

Un aspetto che ne peggiora senza dubbio le possibilità di accesso al lavoro oltre a rappresentare un fatto contro legge. Ecco il suo commento amaro sulla vicenda:

È una beffa, a qualcuno ha dato fastidio che io abbia allertato l’ispettorato, ma quello che stanno facendo è grave, non possono trasferirmi, è illegale. Addirittura mi hanno demansionato, mettendomi allo sportello nonostante le condizioni di salute precarie, in un lavoro che non ho mai fatto in 20 anni, mentre prima ero il responsabile dell’ufficio relazioni con il pubblico.