Avrebbe lasciato l’Italia insieme al marito, Gisella Cardia, la sedicente veggente che a Trevignano Romano attira da anni pellegrini e curiosi, ospitando la statua di una Madonna che “piange sangue”. È quanto emerge dalle dichiarazioni di alcuni ex seguaci della donna, che sostengono che, dopo l’esposto presentato nei suoi confronti negli scorsi giorni, abbia prelevato un’ingente quantità di denaro e si sia data alla fuga.
Madonna di Trevignano, i dubbi degli ex fedeli sulla presunta veggente
53 anni, ex imprenditrice, Gisella Cardia ha alle spalle una condanna a due anni di reclusione per bancarotta fraudolenta ma, da qualche anno, è nota per le sue presunte apparizioni. Dal 2016 la donna custodisce infatti la famosa statua della Madonna di Trevignano Romano che, ogni terzo giorno del mese, “piange sangue”. Un fenomeno che ha attratto numerosissimi fedeli e curiosi. Almeno fino a che non sono iniziate le indagini. Prima è arrivato un esposto contro la sedicente veggente. A consegnarlo ai carabinieri di Trevignano è stato, negli scorsi giorni, un investigatore privato che starebbe lavorando al caso per tutelare i diritti dei fedeli “truffati”. Sarebbe stato lui a riferire che le lacrime della statuetta sarebbero compatibili, per “consistenza, colore e densità”, col sangue di maiale, scatenando non pochi dubbi in coloro che per anni hanno seguito Cardia, pendendo dalle sue labbra.
Stando a quanto emerso finora, sembra che, in realtà, non ci siano stati nuovi accertamenti sul Dna prelevato dal sangue presente sulla statua: gli ultimi risalirebbero al 2016 e non sarebbero mai stati resi noti. Ma in tanti temono che la donna possa averli traditi. Soprattutto perché, insieme al marito, avrebbe lasciato da un po’ il piccolo paese sulle sponde del Lago di Bracciano. A suo dire, l’avrebbe fatto alla ricerca di un po’ di tranquillità. Ma la paura è che, dopo le ultime notizie, possa essersi data alla fuga. Non solo: avrebbe portato con sé anche i soldi versati dai suoi seguaci alle diverse associazioni legate al suo nome. “Hanno prelevato un’ingente quantità di denaro dalla banca sia personale che dell’associazione, hanno staccato le utenze della casa in affitto e hanno lasciato l’Italia in macchina”, hanno detto alcuni ex fedeli a Fanpage.
A schierarsi contro di lei, dopo averla seguita per anni e averle donato circa 123mila euro, è anche Luigi Avella. Negli scorsi giorni, l’uomo ha raccontato di essersi avvicinato a Cardia e a suo marito dopo un momento particolarmente difficile della sua vita, sperando di poter trovare in casa della donna un luogo sereno e di raccoglimento; in seguito agli ultimi avvenimenti, sarebbe sempre più convinto che i suoi siano “messaggi demoniaci e diabolici”. Sul caso indaga anche la diocesi di Civitavecchia.
La replica dell’avvocata di Gisella Cardia dopo le ultime accuse
Stando a quanto riportato ora dal Corriere, la sedicente veggente potrebbe essersi trasferita temporaneamente nel convento di San Vincenzo, a Bassano, per sfuggire alle troppe attenzioni mediatiche dell’ultimo periodo. “Non è scappata, non è all’estero, si trova in Italia”, avrebbe confermato a Fanpage l’avvocata che la difende, Anna Orlando, secondo cui la donna “vive asserragliata con la paura di essere attaccata”. Sulla vicenda delle apparizioni e della statuetta della Madonna che piange sangue l’amministrazione comunale di Trevignano aveva già preso le distanze, chiedendo che fosse la Chiesa ad occuparsene, chiarendo la strana fenomenologia. Ieri, in occasione delle celebrazioni di Pasqua, il Comune ha scritto:
Sono giorni di riflessione e di ascolto, ma anche di attestazioni, di grande unità, solidità e di coraggio cittadino dinanzi ad eventi che nulla hanno a che fare con il soprannaturale o col prodigio, ma che costellano e inquietano il nostro riserbo e il nostro proverbiale ritegno…
La donna è attesa in Tribunale il prossimo 8 maggio.