“È stata un’opportunità che mi ha permesso di unire le mie due più grandi passioni: il calcio e la mia attività di ortopedico. Inizia così l’intervista di Stefano Lovati, ex medico della Lazio ai microfoni de lalaziosiamonoi. Figlio dell’ex giocatore e bandiera biancoceleste, Lovati è stato nello staff del club dal 2007 al 2016. Di seguito le sue parole sull’esperienza vissuta: “Farlo per la prima squadra della Lazio per me è stato il connubio massimo: lavorare all’interno di una società. Sono stato sempre molto contento di questo mio ruolo, poi chiaramente le cose finiscono perché devono finire e, a dire la verità, io avevo poco tempo per poter seguire una squadra di Serie A come va realmente seguita. In accordo con il presidente Lotito, che ringrazio per l’opportunità che mi ha dato insieme a Walter Sabatini che ha contribuito a portarmi alla Lazio, la cosa è finita in maniera naturale e siamo rimasti in ottimi rapporti“. Lovati ha poi parlato di altri giocatori della Lazio, tra cui Felipe Anderson e soprattutto Immobile, che nelle ultime stagioni ha dovuto fare i conti con diversi guai fisici.

Lazio, le parole di Lovati su Immobile

Lovati ha proseguito, parlando di Immobile e del suo percorso all’interno della Lazio, soffermandosi in particolare sui problemi fisici avuti dall’attaccante nelle ultime stagioni: “Ciro ha superato i 30 anni. Ricordo quando è entrato alla Lazio era un giocatore sanissimo. Il calcio è uno sport che impone stress molto grossi: dal punto di vista mentale, ma anche fisico. Immobile è un giocatore che ha preso botte su botte e il fisico a un certo punto chiede il conto. La speranza è che non si sia innescato un loop, un circolo vizioso in cui ogni tot di partite si deve fermare. Fisicamente, però, un giocatore della sua età, che ha subito tanti traumi e ha giocato tante partite, a un certo punto dal punto di vista tendineo, muscolare e anche cartilagineo è biologico che qualche partita la dovrà saltare“.

Qual è allora la soluzione per Immobile? “Limitare il minutaggio è una forma di prevenzione, per quanto sia complicato con un giocatore così. Da qui nasce la necessità di avere un sostituto degno. Sulle metodiche di allenamento penso sia stato fatto sempre un buon lavoro con lui. Penso sia ancora sano, necessita di giocare meno“.

L’equilibrio di Felipe Anderson

Lovati è passato poi a parlare di Felipe Anderson: “Penso che abbia trovato il giusto equilibrio per quel che concerne allenamento e preparazione, forse anche da un punto di vista dietetico. Il suo gesto atletico, rispetto a prima, mi sembra meno irruento e questo gli potrebbe permettere di dosare i movimenti in maniera più armonica. È stata una grossa scoperta, non avrei mai pensato che in questi due anni potesse avere questa continuità che prima non aveva. A volte capita che dei giocatori, che fisicamente si sentono forti essendo giovani, fanno degli strappi che portano alla lunga ad avere squilibri posturali e muscolari. Lui adesso ha trovato un giusto equilibrio. Giocatori come lui migliorano molto tecnicamente e di gestualità atletica a scapito di forza fisica”.

Battuta finale sull’esperienza di Lovati all’interno della Lazio: “Ho vissuto anni straordinari e bellissimi vicino a mio padre, perché si viveva un calcio diverso da quello attuale. Io andavo spessissimo agli allenamenti, entravo nel campo giocavo con i calciatori. Cose oggi impensabili. Vivere con papà mi ha condizionato. Non vedevo l’ora di andare al campo Maestrelli e passare lì tutto il pomeriggio, a scapito degli studi”.