Proprio come fece nel 2015 il Comune di Venezia rilancia una proposta particolare. Quale? Quella di vendere l’opera di Klimt, “La Giuditta” per finanziare “Il Bosco dello Sport”, essendo valutato il dipinto almeno 90 milioni di euro, quasi 10 anni fa. Oggi probabilmente anche di più. Il motivo del suggerimento tornato alla ribalta è correlato alle perplessità di Bruxelles. L’Europa ne ha in merito all’uso dei fondi del Pnrr per realizzare il progetto, nel quale è incluso appunto il nuovo stadio.

L’assessore lagunare alla Mobilità Renato Boraso che ha rilanciato la proposta ha spiegato anche le sue motivazioni su La Nuova Venezia:

“Se non si troverà una soluzione, una via d’uscita estrema per recuperare le risorse c’è: possiamo vendere la Giuditta di Klimt. Nel 2015 quando l’idea venne al nostro sindaco Luigi Brugnaro, l’opera era valutata tra i 70 e i 90 milioni. Ora varrà sicuramente di più. Proprio la somma di cui c’è bisogno”.

La propensione al No dell’Europa per il “Bosco dello Sport” agevola il rilancio della proposta della vendita della Giuditta di Klimt per realizzare il nuovo stadio a Venezia

Il riferimento di Boraso è ai 93,5 milioni di euro dell’agognato finanziamento tramite il Pnrr che servirebbe per il “Bosco dello Sport”. Il progetto in questione, valutato in 308 milioni di euro attraverso anche fondi pubblici, comprende lo stadio e un’arena in un’area verde. Sebbene Bruxelles non abbia ancora detto un no definitivo, sembra predominante la propensione ad uno stop al finanziamento del Pnrr. Tale decisione non vedrebbe iniziare neppure la riqualificazione dello stadio Artemio Franchi di Firenze.

L’idea di vendere delle opere d’arte di proprietà dei Musei Civici, in particolare un Klimt e uno Chagall, era già venuta 9 anni fa al sindaco Brugnaro. Il fine era di far quadrare i bilancio. La proposta venne ritenuta già ai tempi una provocazione, alla quale seguì la netta contrarietà dell’allora sottosegretaria ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni.

Il nuovo stadio a Venezia “in cambio” della Giuditta Klimt, il no de Pd

Oltre alla nuova ondata di polemica attesa dopo il rilancio della protesta, c’è stata subito una decisa presa di posizione del Pd come si evince dalle parole della deputata Rachele Scarpa;

“Barattare e svendere opere d’arte assolute come la Giuditta, un patrimonio delle veneziane e dei veneziani, allo scopo di raccogliere soldi per assecondare i desiderata della giunta già bocciati dall’Europa è una degenerazione irricevibile. Siamo pronti a dare battaglia al fianco dei cittadini di buon senso. Questa vicenda restituisce bene l’idea con cui l’amministrazione attuale si approccia allo sviluppo della città: svendita del patrimonio culturale e inadempienza rispetto agli obiettivi europei. Ha ragione il Partito Democratico di Venezia, che incalza affinché si attui un altro piano con i fondi Pnrr e con le risorse destinate al Bosco dello Sport: non perdiamo quei fondi e utilizziamoli per sanare le urgenze di rigenerazione urbana che ci sono in città”.