Si conclude la Settimana Santa di Papa Francesco con la messa di Pasqua, l’appuntamento clou a cui il Pontefice è giunto dopo il ricovero per un’infezione polmonare. Davanti a una piazza gremita e blindata, con oltre 45000 fedeli raccolti a San Pietro, il Santo Padre ha inoltre la benedizione “Urbi et orbi” intorno a mezzogiorno, mostrando una buona condizione di salute nonostante gli acciacchi delle ultime settimane.
Di seguito le prime parole del Pontefice rivolte in primis al conflitto bellico e alla speranza di pace per tutti i popoli del mondo:
Aiuta l’amato popolo ucraino nel cammino verso la pace, ed effondi la luce pasquale sul popolo russo. Conforta i feriti e quanti hanno perso i propri cari a causa della guerra e fa’ che i prigionieri possano tornare sani e salvi alle loro famiglie. Apri i cuori dell’intera comunità internazionale perché si adoperi a porre fine a questa guerra e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo.
Il messaggio si sposa con le parole di Zelensky che nel suo augurio pasquale aveva ribadito che il vero giorno di festa per tutto il mondo sarà quello in cui finirà la guerra, con la vittoria ucraina. Nell’occasione, il presidente ucraino aveva sottolineato la cadenza diversa della Pasqua per tutti i popoli del mondo affermando: “presto farò gli auguri di Pasqua anche agli ebrei ucraini. Ed esattamente tra una settimana a tutti coloro che quest’anno festeggiano la Pasqua 16 aprile”
Messa di Pasqua, il Papa preoccupato per Gerusalemme
Nella seconda parte della sua benedizione, il Sommo Pontefice ha poi voluto porre l’accento sui recenti scontri in Israele, mostrando grande preoccupazione per Gerusalemme. Nel suo messaggio, c’è tutta la speranza di veder riaprirsi un dialogo tra Israeliani e Palestinesi:
In questo giorno ti affidiamo, Signore, la città di Gerusalemme, prima testimone della tua risurrezione. Manifesto viva preoccupazione per gli attacchi di questi ultimi giorni che minacciano l’auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco, necessario per riprendere il dialogo tra Israeliani e Palestinesi, così che la pace regni nella Città Santa e in tutta la regione.
La speranza per i migranti e i rifugiati
Nell’ultimo passaggio dell’Urbi et Orbi, Papa Francesco ha infine voluto esprimere tutta la sua vicinanza ai rifugiati nel mondo e ai migranti in particolare che negli ultimi mesi hanno vissuto esperienze davvero traumatiche. L’invito di Bergoglio è rivolto anche a tutti gli esponenti politici affinché attraverso la mano del Signore sappiano prendere le scelte più efficaci per garantire sostegno e supporto a tutti coloro che vivono in condizioni di miseria.
Ecco un lungo estratto con i momenti salienti:
Conforta i rifugiati, i deportati, i prigionieri politici e i migranti, specialmente i più vulnerabili, nonché tutti coloro che soffrono la fame, la povertà e i nefasti effetti del narcotraffico, della tratta di persone e di ogni forma di schiavitù. Ispira, Signore, i responsabili delle nazioni, perché nessun uomo o donna sia discriminato e calpestato nella sua dignità; perché nel pieno rispetto dei diritti umani e della democrazia si risanino queste piaghe sociali, si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini, si garantisca la sicurezza e le condizioni necessarie per il dialogo e la convivenza pacifica.