Catania spara dal balcone. Si era barricato in casa nelle prime ore del pomeriggio, da solo, armato di pistola e nemmeno i parenti più stretti riuscivano a farlo ragionare. In serata si è arreso, dopo aver esploso anche alcuni colpi verso la strada. Per farlo desistere sono dovuti intervenire i reparti specializzati che hanno intrapreso e portato a termine una lunga negoziazione. Sono state lunghe ore di paura a Catania dove si è verificato l’episodio che ha tenuto gli abitanti di un palazzo e di quelli limitrofi, in ansia per diverse ore. E’ successo oggi, sabato 8 aprile, nella provincia di Catania. In un palazzo di Librino, oggi pomeriggio un uomo di 34 anni, si è barricato in casa. Chiuso nel suo appartamento al dodicesimo piano del palazzo di viale San Teodoro, da dove addirittura pare abbia anche sparato alcuni colpi di pistola dal balcone, sulla strada. Qualcuno avrebbe sentito colpi esplodere anche all’interno dell’appartamento, ma ora gli investigatori dovranno fare i rilievi del caso. La cosa che sembra certa è che nessuno sarebbe rimasto coinvolto e non ci sarebbe nessun ferito. La situazione è apparsa subito grave perché era palese che l’uomo fosse in preda ad un raptus e in condizioni psicofisiche alterate. E successo tutto all’improvviso nel pomeriggio. L’uomo di 34 anni già noto alle forze dell’ordine, in stato di evidente alterazione si è barricato in casa, da solo e ha cominciato ad urlare frasi apparentemente senza senso.
Uomo si barrica in casa e spara dal balcone, è successo a Catania. Si è arreso in serata
L’autore del fatto è noto alle forze dell’ordine per spaccio, e maltrattamenti in famiglia, il suo nome è Concetto Trippa. Appena Trippa si è chiuso in casa la situazione è apparsa pericolosa perché si rivolgeva anche ai parenti in modo particolarmente eccitato. Immediatamente è stato dato l’allarme e la polizia ha chiuso la strada. I parenti hanno provato a ricostruire subito cosa fosse successo e spiegato che fa uso di droghe. Proprio oggi aveva chiamato la madre per dirle che che si sentiva male. “Che aveva un veleno nel sangue – raccontano i parenti”. A seguito di questo comportamento alterato, la madre ha subito chiamato la polizia per ma la reazione alla vista delle forze dell’ordine è stata violenta. L’uomo, sposato con tre figli e un quarto in arrivo, ha iniziato a sparare e si è chiuso in casa. La strada è rimasta chiusa per tutto il pomeriggio e sui palazzi limitrofi pare si fossero sistemati anche dei cecchini. Fortunatamente nessun passante è stato colpito. Dopo aver provato per qualche ora a farlo ragionare, con l’intervento anche di qualche parente che ha provato ad avere un contatto con Trippa. Lui aveva chiesto di parlare con lo zio e poi aveva parlato al telefono con la madre. Pare che il problema fosse che secondo lui gli era stata rifilata una partita di droga tagliata male, che qualcuno lo avesse ‘avvelenato’. Per porre fine alla situazione la polizia ha deciso di far intervenire gli specialisti per le negoziazioni provenienti da Palermo. Un intervento che ha sortito l’effetto sperato tanto che alla fine l’uomo si è arreso ed è uscito dal suo appartamento.
Quello dove si è verificato oggi l’episodio è lo stesso quartiere in cui 21 anni fa successe un fatto simile. Un ex caporal maggiore dei paracadutisti, Nico Buonpane, all’epoca 26enne, dopo avere litigato con il padre si barricò in casa, da solo, sparando dalla finestra centinaia di colpi di pistola contro i passanti. L’allora ragazzo, scappò rubando una macchina della polizia con la quale si schiantò contro un ponteggio a piazza San Placido, dopo un inseguimento con sparatoria. La volante si schiantò poi contro un’impalcatura edile. Nico Buonpane scese e aprendo lo sportello estrasse la pistola: i carabinieri a quel punto gli spararono colpendolo sei volte. Fu necessario operarlo all’ospedale Garibaldi per salvargli la vita.