Il mistero dell’avvelenamento continua a tormentare le scuole femminili in Iran. Decine e decine di ragazze si sono intossicate a causa dei gas tossici che martoriano gli istituti nel Paese arabo. Casi che sono cominciati dopo due mesi dall’inizio delle proteste nate a seguito della morte di Mahsa Amini il 16 settembre 2022.
Da novembre, infatti, molte scuola – soprattutto femminili – sono stati colpiti da improvvisi casi di avvelenamento da gas o sostanze tossiche. In alcuni casi anche gravi, con svenimenti e ricoveri delle studentesse. Secondo l’ultimo bilancio ufficiale, del 7 marzo, “più di 5 mila studentesse” sono state intossicate in più di 230 istituti, situati in 25 delle 31 province del Paese. Il 7 aprile, il deputato Hamidreza Kazemi, capo del Comitato nazionale d’inchiesta costituito per indagare su questi casi, ha precisato che “il rapporto finale” sarà reso noto “tra due settimane”.
Secondo la tv ufficiale Irib, che cita un funzionario locale, almeno “60 studentesse sono state avvelenate in una scuola femminile nella città di Haftkel” nella provincia sud-occidentale del Khuzestan. Altre ragazze sono state avvelenate in “cinque scuole ad Ardabil nel nord-ovest”, dove le vittime hanno mostrato sintomi di “ansia, mancanza di respiro e mal di testa“, ha detto un altro funzionario provinciale.
Nella città nordoccidentale di Urmia, capoluogo della provincia dell’Azerbaigian occidentale, “un certo numero di studentesse sono state portate in ospedale oggi dopo essersi sentite male”, ha riferito l’agenzia di stampa Ilna, senza però dare ulteriori dettagli.
Iran, avvelenamento nelle scuole: la condanna della Guida Suprema Khamenei
Il 6 marzo, la Guida Suprema Ali Khamenei aveva chiesto “condanne severe” fino alla pena di morte per i responsabili degli avvelenamenti, che ha definito “crimini imperdonabili”. Ma ancora poco o nulla si sa su quanto sta accadendo negli istituti scolastici dell’Iran.