Dopo aver presentato ricorso nella giornata di ieri, la maestra di Oristano ha scelto di difendersi nuovamente dalle critiche e le accuse ricevute dopo aver fatto pregare i suoi alunni in classe. La donna, Marisa Francescangeli, insegna nella scuola primaria di San Vero Milis ma dopo il caso di cronaca che l’ha riguardata si è ritrovata con una sospensione e lo stipendio ridotto.

Una scelta che non l’ha resa naturalmente soddisfatta soprattutto per l’aspetto umano che ha finito per condizionare la sua figura agli occhi dell’opinione pubblica, oltre al danno economico sotto il profilo retributivo. A spiegare le scelte dietro il ricorso è stata la maestra in persona che ha raccontato alcuni dettagli importanti sullo svolgimento dei fatti:

Premetto che gli alunni delle mie classi, due terze e una quarta, sono tutti di religione cattolica, li conosco e li seguo da tre anni. Se così non fosse stato, mi sarei posta il problema sul fare o meno una preghiera. Sono stati i bambini, il giorno prima delle vacanze di Natale, a chiedermi di recitare l’Ave Maria e il Padre Nostro e io avevo già avuto modo di parlarne con i genitori in precedenza.

Oristano, la maestra sospesa: “Mi accusano di aver plagiato i bambini”

Un modus operandi che secondo la maestra Francescangeli rispetta sul piano deontologico il proprio ruolo di insegnante e che, soprattutto, ha tenuto in seria considerazione l’emotività e il percorso religioso delle famiglie. La stessa donna ha voluto chiarire anche il dettaglio in merito ai rosari che sarebbero stati consegnati agli alunni nel corso della preghiera:

Quello stesso giorno sono stata chiamata a sostituire un collega assente in un’altra classe e, avendo con me le perline che spesso utilizzo per far fare dei lavoretti ai bambini, ho pensato di proporre anche a loro di realizzare dei rosarietti. Sono stati ben contenti, amano la manualità e nessuno ha avuto da ridire.

Poi, il racconto della “beffa”:

Al rientro dalle vacanze il dirigente scolastico mi dice che due mamme si sono lamentate, nonostante le mi spiegazioni viene convocata una riunione con i genitori nel corso della quale chiarisco la mia posizione e mi scuso con le mamme, peraltro sostenuta dai genitori di molti altri alunni. Pensavo fosse chiusa così, invece dopo quasi un mese mi arriva la convocazione dell’Ufficio scolastico, mi accusano tra l’altro di aver plagiato i bambini.

Il racconto dei momenti più bui

Nel frattempo, nella lunga intervista “di difesa” della maestra Francescangeli c’è spazio anche per l’aspetto più emotivo della vicenda. La donna non ha esitato a chiarire quanto sia stato duro affrontare l’impatto mediatico generato dalla vicenda; allo stesso tempo, c’è stata soddisfazione per aver ritrovato l’appoggio di alcune colleghe ma anche di genitori in tutta Italia:

Non me lo aspettavo, sinceramente lo temevo. Sono giornate pesanti, passate a difendermi, a ripetere come sono davvero andate le cose, anche a giustificarmi. Mi fa piacere, però, che insieme a tutto questo c’è anche la solidarietà di tanti genitori, di colleghi attuali e di altri con i quali ho lavorato in passato che mi stanno chiamando per darmi attestazioni di stima e affetto. Sono felice di aver lasciato un bel ricordo, soprattutto con i genitori di ex alunni