Victor Osimhen sta tornando. Queste sono le quattro parole che i tifosi napoletani vogliono sentire. Il nigeriano si è fermato durante l’ultima sosta per le nazionali a causa di un problemino muscolare che lo ha obbligato al forfait contro Milan e Lecce in campionato. Raccolti tre punti e tanta fatica come se mancasse qualcosa alla formazione di Spalletti. Ora Osimhen è pronto a rientrare, in quella che al momento è la partita più importante dell’intera stagione: il quarto di finale di andata contro la squadra di Pioli che proprio pochi giorni fa aveva banchettato allo Stadio Diego Armando Maradona per 0-4. Il tecnico toscano ha trovato nell’attaccante la sua anima in campo e il giocatore sta rispondendo a suon di gol, 25 reti in 29 presenze stagionali.

Osimhen sta tornando, Spalletti lo aspetta

La distrazione muscolare lo ha messo ko per una decina di giorni ma Osimhen è pronto a rientrare nell’andata dei quarti di finale di Champions League contro il Milan. Spalletti è quindi pronto a riabbracciarlo e consegnargli le chiavi dell’attacco, con il tecnico toscano è stato amore a prima vista: “Con Spalletti non ho scelta. Faccio gol, ma sono anche il primo difensore. Altrimenti impazzisce. Ma è un genio, se in campo facciamo quello che ci dice lui, possiamo battere ogni avversario. Non potrei essere più felice di quanto lo sia oggi a Napoli. E la città lo merita: è Napoli che mi ha reso quello che sono”.

È il terzo anno all’ombra del Vesuvio e finalmente è sbocciato in tutto il suo splendore. Sta regalando alla città un sogno atteso da oltre trent’anni: “Napoli ha cambiato la mia vita. Non avevo mai visto una cosa così. Tutta la città vive per la squadra: quando sono arrivato ho chiesto a Mertens e Koulibaly se fosse vero, mi hanno risposto che non avevo visto ancora niente. I tifosi non mi preoccupano mai, anche quando mi fermano per strada. Vogliono solo darti affetto. Allo stadio sono incredibili e ci aiutano. Qualcuno non credeva in me quando sono arrivato in Italia, ma la società e i compagni sì. E questo è fondamentale. Per esplodere avevo bisogno del posto giusto, Napoli è il mio posto”.

C’è stato anche un momento di difficoltà nell’avventura in azzurro. Era il 21 novembre 2021 e quello scontro aereo con Skriniar lo ha segnato fisicamente e moralmente. Quando mi hanno spiegato tutto ero praticamente distrutto moralmente. Dissi al dottore che non volevo operarmi, ma lui mi spiegò che non vi era altra scelta: bisognava ricostruire il mio viso.  Non è stato un intervento semplice, sono passati dalla bocca per raggiungere l’osso. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i medici, hanno fatto un lavoro eccezionale. Sono loro che hanno poi creato la maschera. Il lato della maschera che protegge la parte operata è duro. Se qualcuno la colpisce si fa male. Onestamente non ho più paura. Il club ha gestito tutto in maniera perfetta. Onestamente, quando Skriniar mi ha colpito, è come se avessi ricevuto un colpo secco alla testa. Dieci minuti dopo mi sono alzato, mi hanno controllato per poi portarmi subito in ospedale. Il chirurgo rimase sorpreso, mi disse: “Come fai a stare in piedi?”. La prima cosa che dissi ai medici fu: “Di cosa si tratta? C’è qualcosa di serio? Quando giocherò di nuovo?”. Penso che in quel momento mi presero davvero per pazzo (ride ndr)”.

Prima del Napoli fra Belgio e Francia

Da ragazzino pensavo solo a scappare via dalle difficoltà e dai guai. Ma sono felice di essere nato e cresciuto a Lagos, nelle difficoltà, per inseguire i miei sogni. Sono molto legato alla mia terra, ho lasciato la mia città solo per il calcio e ci torno per mostrare a tutti che si possono coltivare i propri sogni. Ora ci rido, ma non è stato facile, ho ricevuto tanti no, tante porte in faccia”. L’approdo in Europa in Germania con il Wolfsburg, dodici partite prima di trasferirsi in Belgio dove arrivano i gol: “Lo Charleroi mi ha fatto rinascere, dopo la prima stagione in Belgio già mi voleva un club italiano”. Invece arriva il Lille in Francia che lo mostra al grande calcio con Galtier in panchina: “Al primo allenamento con il Lille mi chiese quanti gol avrei fatto al debutto, gli dissi che ne avrei segnati due. Un po’ ci scherzammo su, lo stesso Fonte mi promise che se avessi fatto doppietta mi avrebbe portato al ristorante. Contro il Nantes non solo feci due gol, ma un assist lo realizzò proprio Fonte. Il secondo gol arrivò al minuto 80, fu una scarica di adrenalina pazzesca. Perdevamo 1-0 e grazie a quei due gol riuscimmo a ribaltare la gara“.