Elena Di Cioccio Cattivo sangue, il libro in cui parla di come ha vissuto la sua sieropositività sia personalmente, sia nel suo rapporto con gli altri.

Il volume è stato pubblicato il 4 aprile.

Lo spunto di scrittura parte proprio dalla consapevolezza della sua diagnosi. 21 anni fa, l’attrice e conduttrice Elena di Cioccio ha scoperto di essere sieropositiva. La sua storia è il racconto di un’esperienza realmente vissuta. Leggerla è un modo per avere informazioni dirette e vere su cosa significa convivere nella sua stessa condizione, cogliendo la volontà da parte dell’autrice di allontanare il più possibile lo stigma dell’hiv.

Cosa è cambiato dal 2002 ad oggi? E come ha deciso di raccontarsi Elena di Cioccio? Insieme scopriamo tutti i dettagli del suo libro Cattivo Sangue.

Elena Di Cioccio Cattivo sangue: trama, racconto autobiografico

La conduttrice ha deciso di raccontarsi, aprirsi, far sapere a tutti la sua storia e come ha vissuto la convivenza con la malattia. Lo ha fatto scrivendo il libro Cattivo Sangue, presentato negli ultimi giorni in diverse interviste, trasmissioni e contenuti speciali tra radio e tv.

Proprio in una di queste, per Radio Dee Jay, ha spiegato cosa l’ha ispirata per questo nuovo volume.

“21 anni fa, di punto in bianco, ho scoperto attraverso un esame di essere sieropositiva. Questa cosa mi ha accompagnato per tutto il resto della vita e l’ha cambiata. Si è spezzata in due. Da una parte c’era la persona, c’ero io che rimango stranita da questa notizia e profondamente distrutta, come se fossi esplosa in centomila pezzi. Dall’altra la persona che volevo essere. Ho pensato: “Questa notizia la tengo per me”. È come se fossi stata una persona che viveva su due rette parallele. Poi però la forbice si è allargata troppo. La mia vita in questi 21 anni è andata benissimo.”

Elena racconta anche il cambiamento dei mezzi, le terapie e “le voci”, socialmente diffuse sull’hiv. Parla di come si sono evoluti gli ambienti, i farmaci e le cure, la possibilità di convivenza con questa malattia.

Elena Di Cioccio ha scritto “Cattivo sangue”, per chi?

I motivi sono tanti, ma lei riassume quello più importante: lo ha fatto per se stessa, per mettere chiarezza, ordine alla sua storia. I suoi lavori sono per norma legati al mondo della comunicazione e della creatività. Questa realtà, secondo l’autrice, andava raccontata così, proprio con un libro.

Inoltre, scrivendo Elena si è resa conto di avere all’interno di se stessa ancora dei dissidi, dei fatti irrisolti con cui non aveva ancora imparato a convivere e per cui aveva non aveva dato pace a se stessa.

Dopo averlo Elena ha ammesso:

“Mi stavo sulle balle da sola. Ho detto: “Non hai risolto niente”. A un certo punto sono sprofondata dentro il cuore di quello che sentivo. Ho scritto una seconda versione, quest’anno una terza. Lo scrivo dal 2016 o 2017. Prima di pubblicarlo, volevo togliere dalla storia tutte le parti che non servono.”

Perché?

Uno degli obbiettivi principali del libro, così come abbiamo prontamente anticipato, è quello di aggiornare i lettori sulle vere condizioni e possibilità di convivere con l’hiv e di combattere lo stigma che vi ruota attorno. La conduttrice ha detto:

“Un paio di anni fa è uscito il protocollo che diceva che non sono trasmissibile, che è impossibile che io lo possa passare. È diverso per chi è sieropositivo e non lo sa, o non è in trattamento. Il punto oggi è che comunicare che esiste questa malattia. Nessuno può giudicare all’interno di una vita di qualcun altro.”

Ha inoltre parlato del suo senso di solitudine, di non comprensione da parte di chi la circondava. Un sentimento, questo, sicuramente narrato più approfonditamente all’interno del volume Cattivo sangue.