L’ambasciatore dell’Ucraina presso il Vaticano, Andrii Yurash, prende posizione e protesta contro la Santa Sede. Il motivo è per un episodio avvenuto durante la Via Crucis che si sta tenendo proprio in questi minuti: Papa Francesco ha deciso di far leggere una testimonianza congiunta di un ragazzo russo e di uno ucraino. Il primo racconta di aver perso il fratello nei combattimenti, e di non sapere più nulla del padre e del fratello ma Yurash precisa: “Dimentica di dire che i suoi parenti sono andati in Ucraina per uccidere non solo il padre del ragazzo ucraino ma tutta la sua famiglia, e non viceversa”. Questo il commento del diplomatico che, nel bel mezzo del Venerdì Santo, rischia di aprire un mini caso nei rapporti diplomatici tra Ucraina e Vaticano.
Ambasciatore Ucraina al Vaticano: la protesta con precedente
Anche perché c’è un precedente: lo scorso anno, infatti, la televisione di stato ucraina si rifiutò di trasmettere in diretta la Via Crucis per la decisione del Papa di far tenere la Croce ad una ragazza russa e una ucraina. Queste soluzioni congiunte e bipartisan, evidentemente, non soddisfano Kiev.
Le testimonianze
Le proteste dell’ambasciatore dell’Ucraina arrivano quando i due ragazzi, seppur da due punti di vista, hanno fatto testimonianza di come la guerra abbia radicalmente. Questo quanto riportato dal giovane ucraino:
L’anno scorso, papà e mamma hanno preso me e mio fratello più piccolo per portarci in Italia, dove nostra nonna lavora da più di vent’anni. Siamo partiti da Mariupol durante la notte. Alla frontiera i soldati hanno bloccato mio padre e gli hanno detto che doveva rimanere in Ucraina a combattere. Noi abbiamo continuato in pullman per altri due giorni.
Dopo le peripezie, l’arrivo in Italia. Un approdo raccontato con queste parole:
Arrivati in Italia io ero triste. Mi sono sentito spogliato di tutto, completamente nudo. Non conoscevo la lingua e non avevo nessun amico. La nonna si sforzava per farmi sentire fortunato ma io non facevo altro che dire di voler tornare a casa. Alla fine, la mia famiglia ha deciso di rientrare in Ucraina. Qui la situazione continua ad essere difficile, c’è guerra da tutte le parti, la città è distrutta. Ma nel cuore mi è rimasta quella certezza di cui mi parlava la nonna quando piangevo: ‘Vedrai passerà tutto. E con l’aiuto del buon Dio tornerà la pace.
Dopo, sono arrivate le parole di testimonianza del giovane russo. Queste le parole che – evidentemente nel significante e non nel significato – hanno portato alla protesta dell’ambasciatore dell’Ucraina:
Io invece, sono un ragazzo russo e mentre lo dico sento quasi un senso di colpa, ma al tempo stesso non capisco perché e mi sento male due volte. Spogliato della felicità e di sogni per il futuro. Sono due anni che vedo piangere la nonna e la mamma. Una lettera ci ha comunicato che mio fratello più grande è morto, me lo ricordo ancora nel giorno del suo 18° compleanno, sorridente e brillante come il sole, e tutto questo solo qualche settimana prima di partire per un lungo viaggio.
E ancora:
Tutti ci dicevano che dovevamo essere orgogliosi, ma a casa c’era solo tanta sofferenza e tristezza. La stessa cosa è successa anche per papà e nonno, anche loro sono partiti e non sappiamo più nulla. Qualche mio compagno di scuola, con tanta paura, mi ha detto all’orecchio che c’è la guerra. Tornato a casa ho scritto una preghiera: Gesù, per favore, fa’ che ci sia la pace in tutto il mondo e che tutti possiamo essere fratelli.
Intanto, la Via Crucis
Mentre prende forma questa piccola crisi diplomatica, procede la Via Crucis del Venerdì Santo. Secondo l’AGI sono circa 20mila i fedeli presenti alla celebrazione cui, per motivi di salute, non ha potuto prendere parte Papa Francesco. Ancora convalescente dopo il ricovero di qualche giorno fa.