Dopo la conferma iniziale, Papa Francesco ha deciso di non presenziare al Colosseo in occasione della Via Crucis che si terrà questa sera. Dopo essersi completamente ristabilito dai problemi di salute che lo avevano costretto al ricovero al Gemelli qualche giorno fa, Bergoglio aveva mostrato tutta la sua disponibilità quando si è trattato di presiedere il celebre rito che anticipo la festa pasquale. Alla fine, tuttavia, si è scelto di evitare di celebrare l’evento a causa del troppo freddo, con il Sommo Pontefice che seguirà il tutto da Casa Santa Maria.
Intanto, si attendono le conferme sui testi che verranno letti durante il percorso dal momento che, per la prima volta nella storia ecclesiastica, si è deciso di non rivelarli fino a poche ora dall’evento. Quel che pare certo secondo le ultime indiscrezioni è che saranno le vittime dei Paesi coinvolti nel conflitto bellico a portare la croce nelle quattordici stazioni del percorso.
A confermare tale voce è stato Don Stefano Caprio che ha dichiarato:
Quest’anno nella Via Crucis si cercherà di guardare in generale alle vittime della guerra, che poi sono le vittime dell’Ucraina, ma ne soffrono molto anche in Russia per tutti i morti che hanno avuto e per tanti altri motivi. La Via Crucis verrà ‘giocata’ sulla solidarietà verso chi soffre per le tante guerre più che per la riconciliazione tra Russia ed Ucraina che si è capito non è argomento che funzioni ne’ da una parte ne’ dall’altra poiché da una parte si vuole vivere indipendenti, dall’altra si vuole semplicemente inglobare per cui non ci sarà mai una riconciliazione.
Via Crucis, il Papa “rinuncia” al Colosseo: guerra e pace al centro dell’evento
Come anticipato, il Papa non presiederà l’evento di questa sera che avrà inizio intorno alle 21.15 proprio da uno dei monumenti più importanti della città capitolina. Il tema del conflitto rappresenterà il nucleo centrale della Via Crucis e verrà esteso non solo ai Paesi che vivono la guerra tra Russia e Ucraina ma anche a tutti gli altri Paesi del mondo, come il Medio Oriente o i Balcani per citarne alcuni.
Una questione che lo stesso Don Stefano Caprio ha voluto precisare per sottolinearne l’importanza e la differenza rispetto a quanto visto in passato. Già lo scorso anno, difatti, fu proprio la guerra a trovare una menzione nel corso dell’evento pre-pasquale ma questa volta l’attenzione è sicuramente più alta e soprattuto vivrà di una sensibilità diversa. Ecco il suo commento:
Lo scorso anno l’argomento fu usato in modo esagerato. Però che ci siano persone che sono un russe e ucraine che si sentono vicine, questa non è una cosa né difficile da trovare né particolarmente scandalosa. Quest’anno invece si cercherà di guardare in generale alle vittime della guerra. Si punterà l’attenzione e la riflessione sulla solidarietà verso chi soffre per le tante guerre.