Strage via D’Amelio – Bruno Contrada, durante un’intervista rilasciata a Adnkronos, ha commentato le motivazioni della sentenza del processo depistaggio Borsellino depositate ieri:

Hanno devastato la mia esistenza, hanno fatto di tutto per distruggermi, mettendo in giro la voce della mia presenza sul luogo della strage di via D’Amelio. Ora anche una sentenza mette nero su bianco che era tutto falso. Era una manovra di depistaggio delle indagini a mio danno e a danno del servizio di cui facevo parte, con false affermazioni di soggetti istituzionali.

Strage via D’Amelio, Contrada: “Ecco perché volevano addossare a me la responsabilità”

Nello spiegare il perché, all’epoca dei fatti, volessero addossate all’ex 007 la responsabilità della strage, Contrada ricorda un esposto che aveva presentato nel 2007:

Nel marzo 2007 avevo presentato un articolato esposto denuncia querela alla Procura di Caltanissetta di una cinquantina di pagine e c’erano oltre 100 allegati -atti giudiziari, con prove per dimostrare che era stata fatta una manovra di depistaggio delle indagini a mio danno. Si voleva danneggiare me e il servizio di cui facevo parte, con false affermazioni di soggetti istituzionali, come un ufficiale dei carabinieri, per avviare indagini a mio carico.

E prosegue:

Si sosteneva che la mia presenza era stata notata e rilevata e addirittura documentata in via D’Amelio, qualche attimo dopo l’esplosione dell’autobomba che massacrò il giudice e cinque agenti dello Stato, agenti che per me, alto dirigente di Polizia, non erano subordinati ma come miei figli.

Secondo Contrada, è stato fatto tutto per sviare le indagini sulla pista sbagliata “oltre che gravemente diffamatoria e calunniatoria, infamante e orribile”: Ma l’esposto, come afferma lo stesso Contrada, finì in un nulla di fatto:

È stato tutto archiviato. Io andai personalmente a Caltanissetta per presentare l’esposto al Procuratore della Repubblica di allora, se non ricordo male c’era un facente funzione”.

I giudici: “Ricostruzione del passato manipolata”

Secondo i giudici del Tribunale di Caltanissetta “la ricostruzione del passato è stata spesso manipolata al fine di fornire una interpretazione dei fatti che è funzionale alla tutela di interessi non alti, ma altri rispetto alla ricostruzione autentica di tanti eventi cruciali e cupi degli ultimi decenni di storia del nostro Paese”.

Nelle motivazioni del processo depistaggio si legge:

La strage di via D’Amelio, tragica nel suo esito umano e deflagrante sul piano politico istituzionale dell’epoca in cui si consumò, ne è esempio paradigmatico e pone un tema fondamentale, quello della verità nascosta, o meglio non completamente disvelata.