Nell’arco di trenta giorni la vita di Mateo Retegui è passata dall’essere un giovane attaccante all’oggetto del desiderio di molte big fra cui l’Inter. Dai gol con la maglia del Tigre, in prestito dal Boca Junior, fino alle reti con la nazionale azzurra contro Inghilterra e Malta con i naturali riflettori puntati addosso. In estate ci sarà movimento fra gli attaccanti e infatti il bomber nato a San Fernando è stato già accostato ad Inter e Lazio per quanto riguarda l’Italia e all’Eintracht Francoforte in Bundesliga. Tanti sondaggi, nessun affondo ma una certezza: “Il presidente Melaraña ha detto che a luglio potrebbe essere probabile che io venga ceduto. A me piace molto l’idea, è un sogno per tutti quelli che giocano
a calcio, i più grandi sono in Europa” ha rivelato Retegui sulle colonne della Gazzetta dello Sport.

Retegui Inter, una soluzione possibile

L’Inter è impegnata su tre fronti e quindi è concentrata solo su cose di campo. Se il campionato ormai è andato e rimane la lotta per arrivare fra le prime quattro come magra consolazione, ci sta da disputare la gara di ritorno delle semifinali di Coppa Italia contro la Juventus a San Siro partendo dal pareggio dell’andata e il doppio confronto con il Benfica per i quarti di finale di Champions League. Un mese decisivo insomma per la panchina di Simone Inzaghi. Nel frattempo la società sta cominciando a progettare il futuro. In attesa di capire chi sarà il tecnico sulla panchina nerazzurra, si fanno i conti con la situazione attaccanti: Lukaku che potrebbe rimanere a Milano a fronte di un altro anno di prestito anche se magari a cifre diverse, Dzeko ha trentasette anni, Lautaro Martinez è un punto fermo mentre si cerca una sistemazione per Joaquin Correa. All’interno di questo meccanismo si parla dell’inserimento di Mateo Retegui.

Mi piacerebbe molto venire in Italia, ma è ancora molto presto. Però sarebbe bellissimo diventare un protagonista del campionato, uno che segna tanti gol. Non c’è niente di concreto e non so cosa stia succedendo, è papà che si sta occupando del futuro. Io con la testa sono al 100% sul Tigre. Giovedì scorso abbiamo esordito nella Copa Sudamericana in casa contro i brasiliani del San Paolo, poi domenica saremo in trasferta
contro il Godoy Cruz. La mia attenzione è tutta qua
” ha spiegato la punta italo argentina.

Arrivare in Europa significa poi confrontarsi con i migliori attaccanti del panorama mondiale che fino a poco tempo fa erano idoli da ammirare in tv: “Mi ispiro ad Haaland del ManchesterCity, un 9 letale che mi piace tantissimo. Poi Lewandowski, Ibrahimovic, sono tuttimolto completi. E sono dei leader“. A proposito di leadership “nel Tigre ci sono giocatori di grande carisma e storia, penso a Seba Prediger, Gonzalo Marinelli o il ‘Pato’ Galmarini, che si è ritirato da poco: loro sono un esempio da seguire, fondamentali. Mi piacerebbe essere considerato uguale, ma non sono io a doverlo dire“.

Quando si parla di Argentina e Italia diventa automatico ricordare Diego Armando Maradona, affrontato da avversario ma soprattutto il primo gol in nazionale è arrivato proprio a Napoli: “Debuttare in quello stadio con la maglia dell’Italia è stato stupendo, è difficile da spiegare, per tutte le sensazioni che provavo quando sono entrato in campo, sentire tutta quella gente. Bellissimo. Avrei solo voluto vincere, sarebbe stato il debutto perfetto“. Domanda scontata a questo punto nell’eterno dualismo fra Maradona e Messi: “Tutti e due. Io non ho vissuto la storia di
Diego come giocatore. L’ho incontrato giocando il Clasico con l’Estudiantes quando lui era l’allenatore del Gimnasia, vincemmo 1-0 con il mio gol. Ne ho fatti tanti, ma per me quello resta il gol più importante della mia carriera. Ho fatto una bella foto con Diego quel giorno, anche se lui non era propriamente felice. Però non posso scegliere tra lui e Leo, sono i due più grandi della storia
“.