Come funziona la truffa dello specchietto rotto e cosa si può fare per difendersi? Sono in molti a chiederselo dopo le ultime notizie salite alla ribalta delle cronache. Risale a poche ore fa, infatti, l’arresto di un uomo di 38 anni, originario di Firenze, con l’accusa di truffa, rapina e ricettazione per aver raggirato diversi anziani, l’ultimo dei quali il 31 marzo scorso. Solo qualche giorno fa, a Roma, i carabinieri della compagnia di Ostia avevano fermato due uomini di 31 e 36 anni per lo stesso motivo. In quel caso i militari, in transito su una via di Acilia, avevano notato i due scendere dall’auto sulla quale viaggiavano per dirigersi verso quella di una 83enne. Avvicinandosi, avevano scoperto che i malviventi stavano chiedendo all’anziana un risarcimento in denaro per un finto danneggiamento subito allo specchietto retrovisore della loro auto. Auto che, secondo successive indagine, era risultata rubata.
Truffa dello specchietto in autostrada e non: come funziona?
Tra le truffe più diffuse in autostrada e non, in tutto il Paese, c’è sicuramente quella dello specchietto rotto. Non tutti, però, sanno cos’è nello specifico. Si tratta di una raggiro abbastanza semplice, ma efficace: il malvivente finge che il suo specchietto sia stato rotto durante una manovra dall’autovettura del guidatore che vuole truffare, in modo da farsi dare un risarcimento in contanti per riparare i danni. Il tutto avviene in modo elementare: il truffatore lancia da una vettura ferma, o in marcia lenta, palline di plastica o di gomma o piccoli sassi sulla fiancata dell’auto del malcapitato scelto, in modo da fare un rumore abbastanza percettibile.
A quel punto si avvicina, chiedendo alla persona lesa di scendere a visionare il danno: di solito, appunto, lo specchietto, anche se a volte può essere anche una fiancata ammaccata. Una volta constatata la circostanza, il malvivente chiede al truffato un pagamento immediato e in contanti, in modo da evitare la burocrazia ed accelerare i tempi, il tutto con fare minaccioso. Intimidita e pensando di essere nel torto, la persona truffata – spesso giovane o anziana – preferirà sborsare la somma richiesta, che in genere si aggira intorno ai 20 e ai 50 euro, piuttosto che avvisare le autorità competenti e procedere per vie legali.
Come ci si può difendere dalla truffa?
Il primo modo per sventare una truffa di questo genere è, ovviamente, sapere che esiste e riuscire a riconoscerla per tempo, evitandola o imparando a saperla gestire nel modo migliore. Il consiglio, innanzitutto, è quello di abituarsi a non marciare troppo vicini alle auto in sosta, in doppia fila, o che comunque marciano molto lentamente: potrebbe essere un primo segnale.
Se poi si dovesse finire per incappare nei malviventi, invece che ignorarli, cosa che potrebbe farli insospettire e rendere anche violenti, conviene scendere dall’autovettura e mostrarsi interessati alla situazione, per poi fingere di non aver portato con sé il portafogli (quindi né contanti, bancomat o carte di credito) e, con calma, far notare di essere in disaccordo con la loro versione, dicendo di voler chiamare la polizia municipale per risolvere al meglio l’accaduto. Piuttosto che procedere per vie legali, i malintenzionati potrebbero decidere di lasciar perdere e allontanarsi.
Ecco perché, spesso, a finire nel mirino dei truffatori sono gli anziani e i neopatentati, più fragili e con meno esperienza alle spalle. Per i più giovani, un’idea potrebbe essere quella di sostenere di non essere proprietari dell’auto e di dover contattare il proprio parente per avvisarlo: anche in questo caso, è probabile che il o i truffatori decidano di andarsene. Infine, è sempre consigliato riuscire a segnarsi la targa dell’auto incriminata, in modo da poter sporgere denuncia.