Tra città d’arte e mete culturali, le vacanze di Pasqua 2023 si confermano all’insegna del turismo per quanto riguarda le città italiane. Nonostante il freddo e la pioggia, infatti, nel nostro Paese si preannuncia un boom di arrivi da parte dei visitatori stranieri.

Tra le mete più gettonate, le sempreverdi Roma, Firenze, Venezia e Milano, ma anche Napoli, Palermo, Torino, Pisa, Bologna, Ferrara, Pompei. Ma una menzione particolare va anche alle prossime capitali della Cultura.

Un’indagine realizzata dal Centro studi turistici per Assoturismo Confesercenti snocciola i dati relativi all’imminente Pasqua. Saranno oltre 1,7 milioni le presenze nei centri del turismo culturale. L’incremento rispetto allo stesso periodo del 2022 è notevole: si registrano infatti 190mila pernottamenti in più.

Ancora una volta, il fascino delle mete culturali del Belpaese attrae visitatori dall’estero. Alle 780mila presenze di turisti italiani, infatti, secondo le previsioni si affiancheranno ben 980mila di turisti internazionali, circa il 56% del totale. Un giro d’affari da oltre 4 miliardi di euro.

Pasqua 2023, le città d’arte tra le mete più gettonate del turismo

Le città d’arte si confermano dunque le mete preferite dai viaggiatori durante le festività pasquali. Centri storici, musei, aree archeologiche, mostre, ristoranti e locali torneranno ad affollarsi di visitatori. Quest’anno, poi, i ponti di primavera si rivelano propizi per affollare le città di turisti.

Secondo le stime di Cst per Assoturismo, nel periodo di Pasqua il movimento turistico in città e centri d’arte registrerà il +12% di presenze rispetto al 2022. Boom per le strutture ricettive, la cui saturazione media è prevista all’80% della disponibilità. La gran parte dei turisti farà due notti fuori casa, ma uno su dieci “allungherà” le ferie anche per tutta la settimana.

Assoturismo fa i conti anche sulle provenienze dei vacanzieri: aumentano i turisti statunitensi, francesi, britannici, spagnoli, austriaci, olandesi, polacchi e svizzeri. Si rileva anche una lenta ma costante ripresa di alcuni mercati extraeuropei, come Cina, Giappone, Australia, Corea del Sud, India, Brasile, Canada. A far rumore c’è l’assenza dei russi.