Perché i rottweiler impazziscono? Questa è la domanda che in molti si pongono dopo i recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto questa razza, spesso accusata di essere più pericolosa di altre. In realtà l’aggressività di un cane dipende da diversi fattori e non esiste una correlazione scientifica con la razza a cui appartiene.
Perché i rottweiler impazziscono? Le motivazioni
Gli esperti sono concordi nell’affermare che l’aggressività di un cane non dipende dalla razza, ma dall’educazione e dall’ambiente in cui cresce. Per questo motivo è stata abolita la lista delle razze pericolose, 18 in tutto, in vigore in Italia fino al 2006. Anche il rottweiler era compreso in questo elenco. L’ordinanza del 3 marzo 2009, la cosiddetta “ordinanza Martini” dal nome del suo estensore, ha eliminato quindi questa black list, con una motivazione precisa:
La precedente Ordinanza non solo non ha ridotto gli episodi di aggressione ma, come confermato dalla letteratura scientifica di Medicina Veterinaria, non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane sulla base dell’appartenenza a una razza o ai suoi incroci.
La normativa vigente in Italia fa comunque riferimento all’ordinanza Martini e anche le ordinanze successive prevedono obblighi e divieti per tutti i cani, a prescindere dalla loro razza. Ma non solo: i proprietari hanno disposizione percorsi formativi che prevedono il rilascio di un’attestazine specifica, il ‘patentino’. L’obiettivo è imparare a gestire l’animale e favorire la sua integrazione nel contesto familiare e sociale. I detentori e i padroni dei cani riconosciuti ad alto rischio per l’incolumità pubblica devono obbligatoriamente seguire i corsi di formazione. Infatti la legge sottolinea che le aggressioni sugli uomini avvengono soprattutto in ambito domestico, a causa della non corretta gestione degli animali da parte dei proprietari.
Il rottweiler è pericoloso? I problemi a cui si può andare incontro
Il rottweiler ha la fama di essere un cane pericoloso, alimentata anche da una fisicità particolare. Infatti ha un peso medio compreso tra i 45 e i 50kg, di cui la maggior parte è rappresentata da muscoli. Inoltre ha una grande forza e un torace ampio e profondo. E’ molto intelligente, non ha paura e tende a difendere istintivamente la propria ‘famiglia’.
I problemi comportamentali possono svilupparsi quando il cane non viene addestrato in maniera adeguata fin da cucciolo e non gli viene insegnata l’obbedienza, perché può trasformarsi in un animale dominante. Grazie a una giusta formazione, tenendo conto anche delle sue caratteristiche, il rottweiler può essere invece molto tranquillo e leale. E’ necessario però fargli capire che l’uomo è il ‘leader’ della casa e va rispettato. Sicuramente è una razza che necessita di impegno e grande responsabilità.
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I giornali e gli animalisti fondamentalisti, continuano a menarcela con il tormentone che non esistono cani pericolosi, e che sia tutto legato a come l’animale viene educato. Peccato, però che i fatti di cronaca raccontano tutta un’altra storia, come l’ultimo caso di Manziana. Il cane è un discendente diretto del lupo, che come noto, caccia sempre in gruppo. Un singolo cane può essere educato a difendere la proprietà e la sua famiglia e ad attaccare solo se questi sono messi in pericolo. Tutto cambia quando i cani anche educati si trovano in gruppo. Infatti, in questo caso non c’è educazione preventiva che tenga, il cane nella logica di gruppo cambia mentalità, si risveglia in lui l’antico istinto predatorio, a prescindere che debba o meno difendere qualcuno o qualcosa. In un gruppo di cani si crea il leader, il dominante, e tutti gli altri, gregari, agiscono in risonanza. E’ un istinto latente in tutti gli animali compreso l’uomo. Pertanto, se non si è in grado di poter controllare sempre, la vita di questi animali e meglio non prenderli a protezione di cose e persone. I cani che superano una certa taglia, e dimensione mascellare sono tutti pericolosi.
Sono cani di merda vanno ammazzati assieme ai padroni che li hanno sicuramente addestrati all.attacco
Non ho esperienza di rottweillwer: ne ho conosciuti solo due, molto simpatici e socievoli. In compenso conosco una Corso enorme che mi considera suo fidanzato e mi salta addosso, con l’intenzione leccarmi in faccia, quando mi vede. Faccio volentieri uscite sul Carso assieme ad amici con altri cani poichè la mia meticcia si aggrega volentieri agli altri canidi che, facendo gruppo, rimangono compatti e non corrono troppo distanti dai padroni durante le escursioni. Certo bisogna essere ben sicuri degli animali con cui si ha a che fare: negli sgambettamenti ho visto doberman che inseguivano altri cani e non si fermavano nemmeno al comando dei padroni (per questo evito alla mia meticcia le aree di sgambettamento). Se un cane non risponde al richiamo del padrone non va lasciato libero nemmeno nelle aree di sgambettamento. Penso che il problema sia comunque principalmente dei padroni: io ho sempre avuto un feeeling istintivo per i canidi e sono sempre stato ricambiato (pur non avendo mai consultato un educatore); però MAI E POI MAI li ho tenuti alla catena, hanno sempre avuto la loro cuccia in casa (con tanto di pannoloni e assenza di tappeti durante il periodo terminale), hanno avuto le loro passeggiate giornaliere puntualissime (tre quattro volte al dì), non semplici uscite in giardino, rispettando il loro bisogno (direi quasi fisiologico) di annusare le cose e gli oggetti esterni (poiché è il loro modo di conoscere cosa succede nel mondo), anche con il brutto tempo e la febbre da parte mia), il cibo equilibrato e non avanzi (a volte amo viziarli), non li ho mai lasciati da soli per troppo tempo, le vacanze le ho trascorse solo se assieme a loro e sono SEMPRE stati membri della famiglia. Sono severo (anche molto) quando necessario, ma anche comprensivo delle loro paure, gelosie e bisogni affettivi; così facendo ho visto che quando un cane si sente davvero amato e rassicurato diventa incredibilmente ed eccezionalmente amorevole e fedele (il migliore amico dell’uomo), indipendentemente dalla razza. Diversamente penso che un cane non curato con devozione possa, se di grossa taglia, ma non necessariamente (anche un Pincher può farti male), diventare aggressivo e pericoloso.