CALDES ORSO – Nel cuore di un bosco sul versante nord delle Dolomiti di Brenta, nel tardo pomeriggio di mercoledì 5 aprile 2023, un grande predatore ha assalito e ucciso Andrea Papi, di 26 anni. Il ragazzo di Caldes era appassionato di corsa in montagna e si era appena laureato in Scienze motorie.
Sopra le cortecce rimangono le macchie di sangue assorbite dal muschio. Tra gli abeti bianchi, lungo il ripido pendio, si nota il terreno con evidenti segni di una lotta. Sul ceppo di una larice è incastrato un ramo tranciato e arrossato: si tratta dell’arma estrema, prima del colpo fatale, di quello che appare come il tentativo di una difesa disperata.
Caldes, le tracce di sangue e le ferite riportate da Andrea Papi, sembrerebbero quelle inferte da un orso. I precedenti
Non c’è nessun dubbio, sia per chi ha trovato il suo corpo nel cuore della notte, sia per il medico che per primo lo ha esaminato. Le tracce e le ferite riportate, sono quelle inferte da un orso.
La conferma arriverà dall’autopsia, tanto attesa in giornata.
Si tratta della quarta aggressione mortale di un orso ai danni di una persona da decenni: un precedente in Svezia, due in Turchia, e l’ultimo in Romania. Un plantigrado però, non aveva mai ucciso nessuno in Italia e sulle Alpi.
Cosa accadrà all’orso di Caldes, l’ordine di Maurizio Fugatti
Nel momento in cui i riscontri scientifici diverranno ufficiali, il Presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ordinerà la cattura e l’abbattimento dell’esemplare, individuato dalle analisi genetiche. Della controversa decisione è stato informato anche il Governo, dl Ministro dell’Ambiente Gilberto Picchetto Fratin al Vicepremier Matteo Salvini. La scelta è sostenuta dalla popolazione locale, impaurita dall’accaduto e da sempre in allarme, ma osteggiata dai movimenti animalisti, che ricordano come l’orso sia una specie rigorosamente protetta.
Sarebbe la prima morte in Italia causata da un orso
Quella di ieri, è l’ottava aggressione dell’orso contro l’uomo, in Trentino, ma è la prima mortale. Andrea Papi stava svolgendo il solito allenamento, partito da casa in t-shirt, pantaloncini e bastoncini da running. Il percorso fatto da lui è stata la forestale che dal fondo della Val di Sole risale il Monte Peller. In poco più di un’ora, dopo oltre 800 metri di dislivello, ha raggiunto malga Grum, quota 1525 metri. Il cellulare del ragazzo è stato ritrovato vicino a una chiazza di sangue, e il corpo a decine di metri di distanza. Poco prima delle 17.30, aveva inviato un video alla mamma, in cui mostrava l’alpeggio già privo di neve. Ad aspettarlo a casa per la cena c’erano la compagna Alessia Gregori e alcuni amici.
L’allarme è scattato dopo le ore 19.00. Andrea, sempre preciso era in ritardo e non rispondeva al telefonino, tanto da destare la paura di chi lo stava aspettando.
Fabio Angeli, capo della Forestale di Malè, ha affermato: «Le tracce dell’incontro con l’orso partono in località Crocifisso, sotto Pra del Conz, a quota 1200 metri. Andrea scendeva di corsa lungo la forestale, ma all’improvviso ha tagliato due curve, giù dalla scarpata. Tracce di sangue e sottobosco sconvolto proseguono per 150 metri, in un’area impercorribile a causa di rami ammassati, proprio fino al tronco in cui l’abbiamo trovato».
Forze dell’Ordine e inquirenti, ritengono che tutti questi rilievi sono l’indizio che la vittima non può aver accusato un malore, venendo aggredita dopo un decesso naturale.
L’allarme era stato lanciato mercoledì sera dalla famiglia, quando era già- buio. Una macchina delle ricerche imponente si è mobilitata, con oltre cento uomini tra Soccorso Alpino, Vigili del Fuoco, Carabinieri e Forestali, dotati di droni e cani molecolari, che hanno battuto la montagna dove sapevano si trovasse il disperso.
Il paese è da sempre preoccupato. Le ferite devastanti alla testa non lasciano spazio a dubbi
Il sindaco di Caldes, Antonio Maini, ha detto: «Qui viviamo sempre in allarme, da settimane la gente segnalava gli orsi poco sopra il paese, alcune pecore sono state sbranate. Ora la priorità, è non lasciare sola questa famiglia». Un mese fa, Alessandro Ciccolini, di 38 anni, è stato ferito dall’orso MJ5, maschio di 18 anni, all’inizio della Val di Rabbi. Era con il suo cane e stava camminando sotto malga Mandriole, a pochi chilometri dal luogo di quest’ultimo attacco. Quella distanza può essere coperta fa un’orso in un’ora. In quell’occasione, Maurizio Fugatti ha ordinò la sua cattura e l’abbattimento, che però, momentaneamente non è ancora avvenuto. Le associazioni animaliste hanno protestato contro il provvedimento.
Era chiaro fin sa subito che trovare di notte qualcuno nel fitto della foresta, colma di rocce e strapiombo, sarebbe stata un’impresa. La traccia decisiva è stata colta dopo le ore 2.00 da uno dei due cani molecolari, che ha portato i soccorritori fino al corpo dilaniato del giovane runner, seminascosto tra ramaglie secche.
Il capo del Soccorso Alpino Solandro, Claudio Schwarz, ha dichiarato: «Ferite devastanti alla testa e su tutto il corpo, inspiegabili con una caduta accidentale, o con l’aggressione di un animale di piccola taglia». È lo stesso motivo per cui è stato escluso l’agguato di uno dei tre branchi di lupi segnalati nella valle, o la carica di un cinghiale.
Con il ritrovamento della salma, a disposizione di medici legali e Procura di Trento, all’alba è toccato agli amici spegnere l’ultima speranza della famiglia. Il papà di Andrea, romagnolo, si era trasferito da anni in Trentino, dove si è sposato e lavora negli alberghi. Il figlio, appassionato anche di arti marziali, era in procinto di avviare un’attività sportiva assieme alla sua compagna, figlia dell’ex capo del Soccorso Alpino di Dimaro, morto sul Brenta.
Angeli afferma: «Solo l’esame genetico però, chiarirà se si tratta dello stesso esemplare. In Trentino contiamo oggi tra 100 e 120 orsi. L’inverno è stato caldo e senza neve: i maschi sono usciti dal letargo da due mesi, le femmine con i cuccioli temono che li aggrediscano e si nascondono ancora vicino alle tane. Salute degli animali e sicurezza delle persone ormai sono un problema da gestire con decisione».